Bastia

Ecco la «nuova» zona industriale

Domani  il taglio del nastro  dopo gli interventi di urbanizzazione


Roldano Boccali
Bastia Umbra


Può l’economia vivere senza toccare terra? E’ quanto cercheranno di rispondere Pierluigi Celli attuale direttore della Luiss di Roma ed ex direttore generale della Rai, Mauro Agostini sottosegretario al Commercio estero e Sergio Sacchi docente di Politica dello sviluppo locale alla facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Perugia. Il convegno, promosso dall’Amministrazione comunale di Bastia in collaborazione con Oicos Riflessioni e il consorzio Bep (Bastia Espansioni Produttive), è in programma per domani alle 18 ed è inserito nell’evento di inaugurazione-urbanizzazione della nuova zona industriale di Bastia Umbra. Un modo intelligente per non fermarsi al taglio del nastro ma per saperne di più sul cambiamento che investe anche, e forse soprattutto, le aree produttive. La “fabbricazione” nella civiltà tecnologica ha declassato il territorio a semplice superficie per l’accoglimento o dislocazione di insediamenti produttivi, i quali possono fra l’altro facilmente spostarsi sul globo alla ricerca dell’economicità del costo del lavoro. L’economia planetaria, connessa ai mercati totali, sembra ridurre le aree produttive locali e le risorse territoriali ad un ruolo marginale e non competitivo. Nell’era della globalizzazione la finanza si mostra come la potenza che domina la terra, che è vincente rispetto alle emergenze locali e alle peculiarità di un territorio con la sua voglia di identità. Ma è proprio così? Il territorio, inteso come complesso dei fattori geo-culturali e storici, delle competenze e vocazioni imprenditoriali ci dimostra, invece, una capacità propositiva in grado di sottrarsi alle regole schiaccianti del mercato planetario. Pur apparendo paradossale, la spinta alla globalizzazione è contrastata da una forza uguale e contraria di radicamento locale: se da un lato essa comporta la produzione di merci largamente riproducibili ed esposte ad una concorrenza di costo, dall’altro apre lo spazio per innovazioni in grado di valorizzare una competenza non codificata o inespressa. L’anima del nostro territorio è fortemente caratterizzata e contraddistinta dal “fare impresa” e questa iniziativa rappresenta un’occasione per riflettere di sviluppo e discutere di competizione.

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