Bastia: 400 espositori, macchinari e razze pregiate: il futuro in fiera
Gli stand resteranno aperti fino a domenica
di GILBERTO SCALABRINI
BASTIA UMBRA – Una corale di voci bianche ha aperto la 47esima edizione di Agriumbria. Con un inno alla fattoria e agli animali, i bambini della scuola d’infanzia di Borgo Primo Maggio, sotto la regia delle maestre Daniela Brunelleschi, Mirella Proietti, Giada Fatinelli, Cristiana Ciacci e Marisa Pieroni, hanno ricevuto gli applausi di tutti. Anche del viceministro dell’agricoltura, Andrea Olivero, che ha seguito la manifestazione insieme alla presidente della Regione, Catiuscia Marini,
all’assessore regionale all’Agricoltura, Fernanda Cecchini, al sindaco di Bastia Umbra, Stefano Ansideri, al presidente di Sviluppumbria, Gabrio Renzacci, al direttore
di Enama, l’Ente per la sicurezza in agricoltura, Sandro Liberatori. «I convegni, le mostre, i concorsi e le aste – ha detto il presidente di Umbriafiere, Lazzaro Bogliari, nel salutare gli ospiti – costituiscono un punto di riferimento che offre l’occasione, agli operatori del settore, di confrontarsi sui risultati ottenuti con tecniche di allevamento che in misura sempre maggiore ottimizzano le risorse naturali e ambientali».Sulla stessa lunghezza d’onda il viceministro Olivero: «Questa fiera rappresenta un vero punto di forza per il comparto agricolo, perché riesce a coniugare cultura, innovazione e tradizione». La rassegna, infatti, affronta i punti nodali che coinvolgono le aziende
agroalimentari, impegnate a rivedere le proprie gestioni finanziarie per far fronte alle sfide sempre più agguerrite che si delineano nello scenario internazionale, dove la volatilità dei prezzi delle derrate alimentari condiziona l’economia di molte aree agricole. Per quanto concerne i prodotti agroalimentari, c’è una vetrina di qualità, innovazione e tracciabilità dei prodotti. La novità di quest’anno di Agriumbria, cui partecipano oltre 400 espositori in rappresentanza di 1.200 aziende, è la presenza di tutte le razze italiane bovine da carne: Chianina, Limousine (allevata nell’Italia centrosettentrionale),Charolaise (con diffusione più mediterranea), Frisona italiana, Piemontese. In mostra anche tante razze ovine e caprine ad attitudine produttiva di latte. Fra gli stand molti studenti di diversi istituti agrari dell’Umbria. Sono stati chiamati a valutare i capi in mostra, ma non si sono lasciati sfuggire le macchine,le attrezzature agricole, l’arredo, l’habitat rurale e l’ortofloro.«La fiera – spiega Cecchini – non è una risposta alla crisi, ma un’occasione per quello che si può ancora fare, quindi una bella piazza per il confronto, le azioni, le prospettive e la sintesi».
La presidente Marini ha sottolineando che «Agriumbria è una fiera di qualità che si basa su un’organizzazione di qualità. La nuova programmazione comunitaria, soprattutto il Psr che più direttamente coinvolge le imprese che operano nel settore dell’agricoltura e dell’agroalimentare, la lunga filiera che interessa il territorio rurale della nostra regione, avranno una dotazione finanziaria importante, la più significativa che l’Umbria abbia avuto con un impegno diretto della Regione per 150 milioni di euro, che portano l’ammontare Psr a oltre 800 milioni». Questa fiera, afferma un anziano agricoltore, «è l’orgoglio dell’Umbria e dell’Italia, perché oggi dobbiamo
ritrovare quello spirito che ci ha sempre contraddistinto: la capacità di guardare avanti in modo positivo e creativo, nonostante le difficoltà del settore, facendo leva sulle
proprie capacità e abilità». Lo guarda e sorride una giovane Eleanna Rossi, che a Collestrada ha un centro di cura e relax con l’asino. «Per chi vive disagi come stati d’an –
sia o depressivi, questo animale funge da terapia, perchè coinvolge le persone in una dimensione totale». È l’onoterapia e ci sono già nove ragazzi autisti i che frequentano il centro tutti i giorni. Intanto, tra oggi e domani sono attesi tanti visitatori. Lo scorso anno furono 76mila: quest’anno potrebbero essere di più.
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