Bastia

Ecco il test per calcolare quanto ti piglia Prodi

Clicca sul collegamento e calcola la tua Irpef 


di MARCO GORRA



Per vanificare la monumentale opera di disinformazione che Romano Prodi e il suo governo, in materia di manovra e tasse, ci stanno propinando da mesi basta pigiare un bottone: un clic, e si scoprono le gambe cortissime delle bugie dell’Unione. Chi dichiara meno di 75mila euro, dicono quelli della maggioranza, dalla manovra non riceverà altro che benefici. Chi dichiara meno di 75mila euro, dicono le cifre, ci rimetterà lo stesso un mucchio di quattrini. Per sincerarsene si può usare un’applicazione web realizzata da un fornitore indipendente di tecnologia – la Debug di Rozzano, nel Milanese – e caricata sul sito internet  del Corriere della Sera (analogo strumento si trova anche sulla homepage della Repubblica). L’applicazione permette di conoscere la propria situazione contributiva, l’importo da versare all’erario in base alle indicazioni della Finanziaria 2007 ed il raffronto con quanto si sarebbe pagato secondo le disposizioni della manovra dell’anno passato. Si compila il modulo con le informazioni essenziali (regione di residenza, stato civile, reddito, figli a carico e via dichiarando), si pigia il bottone di cui all’inizio e il software fa i suoi conti. Ed è generalmente a questo punto che il contribuente medio inizia a sacramentare. IL RICCO CHE NON TI ASPETTI Giovano alcuni esempi pratici. Ad esempio quello dell’autonomo lombardo, celibe, che dichiari all’erario guadagni per sessantamila euro all’anno. Ora, non superando costui la fatidica soglia della ricchezza indicata dal governo in settantacinquemila euro all’anno, si supporrebbe che egli rientrasse nella stragrande maggioranza di cittadini la cui pressione fiscale come vanno ripetendo dall’Unione – è stata ridotta. E invece no. Il contribuente in questione ci perde 480 (quattrocentottanta) euro netti, qualcosa meno di un milione di lire. Sull’imponibile di 60mila euro, infatti, il prelievo Irpef ammonta a 19.270 euro contro i 18.790 richiesti dalla precedente normativa. Restando invariata l’addizionale regionale (per la Lombardia 740 euro), la differenza ammonta a 480 euro di cui sopra. Altro caso: due coniugi laziali, entrambi commercianti ed entrambi dichiaranti al Fisco 30mila euro annui. Qui la perdita ammonta a 840 euro: il prelievo Irpef con la nuova Finanziaria, difatti, si attesta a quota 7.720 euro contro i 7.300 della Finanziaria 2006. Ad addizionale regionale invariata, il passivo di detta famiglia è uguale a 420 euro per due, ossia ad 840 euro. Altro esempio: si prenda il caso di un pensionato calabrese con coniuge a carico che dichiari 40mila euro all’anno. Qui la faccenda si fa spinosa. A cominciare dall’imponibile: oggi il nostro sarebbe tassato sul totale dei 40mila euro percepiti, mentre con la manovra della Casa delle libertà avrebbe usufruito di una deduzione carichi familiari di 1.690 euro,misura azzerata dalla attuale normativa. Ciò comporta, a fronte di imponibili differenti, una evidente sproporzione quanto ad Irpef: oggi l’imposta vale 11.520 euro a fronte dei 10.331 richiesti fino a quest’anno. La differenza è sì mitigata dagli 871 euro di detrazioni familiari previste dalla manovra 2007, e tuttavia il saldo finale resta in rosso. Di 343 euro per l’esattezza: 319 di Irpef e 24 di rincaro dell’addizionale regionale (passata quest’anno per la Calabria da 536 a 560 euro). E ancora: un parasubordinato siciliano da 25mila euro all’anno (tipo umano in teoria abbastanza rispondente al poverocristo massacrato da Berlusconi cui restituire euro e fiducia nello Stato) perde 266 euro; un dipendente ligure che dichiara 55.000 euro si ritrova in tasca 380 euro in meno rispetto all’anno scorso; al l’autonomo veneto che guadagna 40.000 euro, il presente governo ne chiede duecento in più del precedente; il dipendente abruzzese che dichiara 50mila euro,ne perde 263 rispetto al 2006. FIGLI DI UN DPEF MINORE Singolare, da ultimo, la situazione di chi si trovi a denunciare uno o più figli a carico. Si riprenda il primo esempio, quello del lavoratore autonomo lombardo che dichiara 60mila euro all’anno. Poniamo che costui dichiari al Fisco anche un figlio piccolo, nato ad esempio nel gennaio 2003. Ebbene, se costui da single ci rimetteva 480 euro, da single con pupo ce ne rimette 536: 524 sono di Irpef (più precisamente di riduzione delle detrazioni familiari) e dodici di addizionale regionale. Il paradosso si perfeziona se il contribuente di pargoli ne ha due: in questo caso il passivo rispetto all’anno passato sarà di 583 euro. La farsa si completa se aggiungiamo un terzo figlio, per di più disabile: in questo caso il padre contribuente andrà in rosso della bellezza di 733 euro rispetto a quanto avrebbe pagato sotto il vituperato Berlusconi. Pagherà fino all’ultimo centesimo, lui che magari, conquistato dalle lamentazioni sull’affamatore di Arcore, aveva anche votato per Prodi, quello che prometteva la giustizia sociale e l’organizzazione della felicità. Pagherà fino all’ultimo centesimo e, come da programma dell’Unione, piangerà. Che prenda sessantamila euro l’anno e che certi yacht li possa vedere solo sui manifesti di Rifondazione, evidentemente, è un dettaglio di trascurabile importanza.

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