E punta il dito  sul “Prg stravolto dalle tante varianti”


Roldano Boccali
Bastia Umbra


Luigino Ciotti ha annunciato ufficialmente la sua uscita dal Partito della Rifondazione Comunista.
Una decisione non improvvisa, bensì ponderata e maturata con le vicende nazionali del partito. Lo stesso Ciotti fa un’analisi della situazione locale, dove è in atto una crisi politica della coalizione di governo della città: dimissioni del consigliere Antonini, dimissioni dal Pdci, scontro politico e di proposte nel nuovo Pd tra Pecci e Brozzi , abusi edilizi e soprattutto scarsa efficienza amministrativa.
“La crisi – ha sottolineato Ciotti – “La nascita dei comitati popolari dimostra l’aperta contestazione dell’operato
del Comune” è evidenziata dalla nascita di comitati popolari, come quello di Mezzomiglio contro il progetto ex Deltafina, che non solo sono stati capaci di fare svariate  proteste, incontri pubblici, ma soprattutto la marcia del 15 settembre con oltre 500 persone, che ha attraversato la città, per la prima iniziativa del genere nella storia di Bastia di aperta contestazione dell’operato dell’amministrazione comunale” .
“I cittadini – ha aggiunto Ciotti -stanno prendendo coscienza che è errato il modello di sviluppo della città basato su una eccessiva cementificazione che subordina il bene pubblico agli interessi privati ed è cominciata una aperta contestazione. Dall’altro canto lo stesso Prg viene stravolto dalle tante varianti in atto, 33 dal 2001 ad oggi, ma quasi tutte concentrate negli ultimi due anni e dal venir meno di molte regole come l’attuazione del Pip nella zona industriale dimostra”.
“Le opere che si mettono in moto – ha detto ancora Ciotti – non sembrano far parte di un piano organico e di una visione d’insieme della città. Vorrei solo segnalare che ad una mia richiesta del gennaio 2006 alla Provincia di Perugia circa la legittimità delle scelte sull’area di via Irlanda ad oggi il Comune di Bastia non ha ancora inviato gli atti. Perché? E tutto ciò è lecito? Inoltre vorrei evidenziare la mia profonda avversità alla delibera che impedisce, per almeno 18 mesi, finché non sarà costruito un campo sosta per i nomadi di fermarsi per tutti i migranti che fino a prova contraria non sono solo i cosiddetti zingari. Su questa questione so di essere in minoranza rispetto all’opinione pubblica oltre che da solo in consiglio comunale , ma ribadisco che tale scelta la ritengo non solo incostituzionale, ma anche contraria sia alla carità cristiana che alla solidarietà comunista”.

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