I club di calcio sono fermi da mesi ma prosegue la manutenzione degli impianti Lavori a Ellera, Ponte Valleceppi e Spoleto. «Ora fateci tornare a giocare»
di Daniele Cervino

PERUGIA Il calcio giocato è fermo da mesi, la manutenzione degli impianti no. E’ un po’ il filo conduttore che lega le società di calcio che giocano nell’Eccellenza Umbra. Anzi, quasi tutti i club hanno approfittato della sosta forzata, che si protrae ormai dal 25 ottobre, per apportare migliorie agli impianti sportivi. Su tutti l’Ellera. Al «Fioroni» procedono spediti i lavori per il nuovo terreno in sintetico adiacente al campo in erba che, nel frattempo, è stato sempre curato, tanto che anche il Perugia di Fabio Caserta si è allenato qui spesso. Stessa storia a Castel del Piano. «Noi abbiamo cambiato l’intera recinzione che circonda il campo, ritinteggiato l’ingrasso allo stadio e realizzato una copertura nei pressi degli spogliatoi – spiega il presidente del Castel del Piano Francesco Pace –. Prima o poi ripartiremo. Da parte nostra vorremmo già ridare il via all’attività dei più piccoli ma non è possibile. Quando si potrà, però, vorremmo ricominciare alla grande e stiamo lavorando per farci trovare pronti». Cancelli chiusi invece a San Sisto, con un impianto in sintetico che richiede minore manutenzione rispetto a quelli in erba naturale; e anche al «Borgioni» di Ponte Valleceppi. Nessuno a calpestare il manto in sintetico di ultima generazione ma dietro le quinte si continua a lavorare, come avrebbe voluto lo storico tuttofare Peppe Belia che questo maledetto Covid si è portato via. Docce risistemate, spogliatoi rimessi a nuovo e imbiancati, in attesa che la pandemia sia solo un lontano ricordo. Anche Spoleto non resta in fuorigioco. Niente quote dei settori giovanili, mancano gli sponsor, ma la Ducato e la Superga 48 continuano ad eseguire la manutenzione del «Capitini» di San Giacomo e dell’«Ivo Rutili» di San Giovanni di Baiano. Le società che gestiscono gli impianti, Ducato e Superga 48, hanno
sempre sperato di poter riprendere al più presto l’attività giovanile. La Ducato inoltre sta disputando la serie C femminile e ogni 15 giorni al «Capitini» si gioca una gara ufficiale. Diversa la situazione del Comunale di Spoleto. Dopo la revoca della gestione allo Spoleto Calcio (che anche a causa della mancanza di un campo non si è iscritto in Eccellenza), il terreno è interessato da lavori di messa in sicurezza. L’intervento riguarda la zona della tribuna prato e prevede la bonifica dell’area di frana del parco Chico Mendes. Intanto si moltiplicano in tutta Italia gli appelli dell’Eccellenza per tornare a giocare. E’ nato anche un gruppo Facebook, che conta oltre 2.500 iscritti, che chiede la ripresa dei tornei. Lo spera il Bastia Umbra. La squadra è retrocessa dalla serie D l’anno scorso con una situazione di classifica sospesa a febbraio. Il blocco indigna tutti: la protesta partita dai giocatori ha coinvolto tecnici, dirigenti e le famiglie dei ragazzini. Si chiede di ritornare in campo almeno per allenamenti individuali che ridarebbero una speranza per il futuro. «Non è solo il mio pensiero – si sfoga il presidente Sandro Mammoli –, ma le richieste più pressanti vengono dai genitori che chiedono di concedere ai figli una possibilità di uscire di casa in sicurezza». I giovani nel Bastia Calcio sono oltre 300, dai bambini di 6 anni alla prima squadra.
«Dovrebbero poter fare quanto consentito all’atletica leggera. Ogni giorno sono allo stadio, cosa che non è consentita ai nostri ragazzi. I nostri 3 campi sono efficienti e utilizzabili. Il terreno dello stadio, affidatoci dal Comune, è gestito da un’azienda specializzata». L’appello è rivolto alla Governatrice Tesei: «Potrebbe – conclude Mammoli – autorizzare la pratica sportiva in sicurezza».
A pochi chilometri di distanza, Angelana e AssisiSubasio non la pensano così. «Sono contrario alla ripresa – dice Graziano Grassi, direttore generale della formazione di Santa Maria degli Angeli -; vedrei meglio il ritorno in campo delle formazioni giovanili». «Riprendere il campionato per fare cosa? Quest’anno sarebbe meglio lasciar perdere – incalza Vincenzo Marcantoni, numero uno dell’AssisiSubasio -. I protocolli sono precisi: chi sostiene, per gli adeguamenti, le società già alle prese con i costi fissi, senza poter
contare su introiti certi di nessun genere?. Alla fine, i campi potrebbero anche essere pronti, ma restano i problemi delle sanificazioni e dei tamponi». Una partita tutta da giocare.

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