Bastia

DOVE VA QUESTA CITTÀ?

Mai come in questo momento stiamo constatando quanto conta poco la nostra categoria per chi amministra questa città.
È ignobile, inoltre, far credere che questi nuovi insediamenti creeranno occupazione.


L’Associazione Territoriale Confcommercio di Bastia Umbra esprime la propria perplessità per le notizie pervenute a mezzo stampa relative all’acquisto da parte della Coop di tutte le medie superfici disponibili a Bastia nell’area ex Giontella/Deltafina, ed ex Pic, ex Mattatoio.
Dalla dialettica politica degli ultimi giorni, emerge che l’attuale Amministrazione Comunale si sia adoperata in modo sostanziale nel favorire questa soluzione per il completamento della rete distributiva di Bastia.
Da questa posizione ci dissociamo totalmente, perché la soluzione adottata distruggerà l’attuale rete distributiva di Bastia.
Non immaginavamo una soluzione di questo genere, quando abbiamo dato la nostra disponibilità a inserire nel tessuto commerciale di Bastia insediamenti di medie superfici allo scopo di completare e quindi rafforzare il tessuto commerciale di Bastia.
Ciò sarebbe dovuto avvenire dopo una attenta riflessione, in modo graduale, armonico, con una strategia per una accurata selezione merceologica di aziende da inserire, magari favorendo quelle operanti sul territorio con ambizioni di crescita.
Non credevamo possibile che Bastia diventasse una succursale della Coop.
Non abbiamo nessuna preclusione di sorta nei confronti di un colosso come Coop, piuttosto siamo perplessi per i buoni propositi dimostrati negli incontri con l’attuale Amministrazione nei quali venivano ostentate condivisioni di strategie che alla luce dei fatti si sono rivelate bolle di sapone.
La nostra buona fede è stata fraintesa o forse è meglio dire strumentalizzata.
Mai come in questo momento stiamo constatando quanto conta poco la nostra categoria per chi amministra questa città.
Ci sembrava che l’attuale Amministrazione Comunale condividesse il nostro progetto di fondere le esigenze dei nuovi insediamenti con la rete commerciale esistente.
Ci siamo fidati dei discorsi, delle promesse, una per tutte del Sindaco, in campagna elettorale: “la prima pietra che poseremo sarà quella per il recupero dell’ex Mattatoio” e ci siamo scottati le mani.
Ma dove sono finiti tutti i buoni propositi pubblicamente dichiarati per realizzare la Città Mercato? Che fine ha fatto il progetto di un itinerario commerciale che partiva dall’uscita della superstrada, che attraverso il quartiere di Bastia 2, proseguiva con il recupero del ex Mattatoio dove si sarebbe insediata una media superficie alimentari, con un parcheggio multipiano su Piazza del Mercato, per proseguire verso il Centro Storico, via Veneto, via Roma fino a via Firenze?
Questo itinerario avrebbe creato la giusta sinergia tra l’inserimento di una media superficie alimentari e il tessuto commerciale esistente che avrebbe agevolato gli utenti-consumatori nel loro shopping.
Vogliamo mettere la Grande Distribuzione Organizzata in contrasto con quella tradizionale? Non sarebbe stato meglio agevolare la convivenza?
Il recupero dell’ex Mattatoio per noi era uno dei punti fermi per tenere il piedi il commercio di Bastia nella battaglia con la GRANDE DISTRIBUZIONE, non si farà e quel percorso commerciale rimarrà una chimera.
Ci sconvolgono alcune affermazioni sulla motivazione di questa scelta.
Sostenere che l’arrivo della Coop sia propedeutico per la concorrenza, per la difesa dei consumatori ed il contenimento dei prezzi è offensivo e ingrato nei confronti di quegli imprenditori commerciali (pseudo o no), che per anni si sono operati per fare della nostra città, una città da imitare dal punto di vista commerciale.
I consumatori che per i propri acquisti scelgono Bastia, lo fanno per la convenienza, la professionalità, la serietà, la qualità, nonostante la carenza di parcheggi, marciapiedi, la viabilità, l’arredo urbano, i servizi, che questa Amministrazione a tutt’oggi non è riuscita a realizzare, oltre a non aver mantenuto le promesse di organizzazione eventi, manifestazioni ed iniziative capaci di attirare, intrattenere ed allietare la permanenza degli utenti nella nostra città.


La posizione dominante che avrà la Coop, ma come lei, qualunque altro gruppo di Grande Distribuzione, rappresenta un monopolio e condizionerà le scelte e le politiche commerciali della nostra città e potrà modificare i flussi commerciali.
Questa Grande Distribuzione ed i suoi eventuali partners, hanno un sistema commerciale aggressivo, mezzi potenti per evidenziare i propri insediamenti e con il loro comportamento schiacceranno e distruggeranno tutto quel patrimonio commerciale realizzato dai commercianti di Bastia con tanti anni di investimenti e di sperimentazioni e che hanno reso Bastia una cittadina famosa per i suoi negozi anche in territori lontani.
Si tratta di 11.500 mq di superficie commerciale, la più grande concentrazione che esiste a Bastia, un mercato territorialmente piccolo.
Sostenere che un insediamento, diremmo monopolistico, in un centro così piccolo da parte del colosso Coop, fa il bene del commercio è coraggioso, secondo noi frantumerà quell’equilibrio già precario causato dal numero sproporzionato di negozi oggi esistente a Bastia.
In Umbria e nel centro Italia, Bastia è la città con il maggior numero di negozi per abitante.
Sentirci dire che è necessaria maggiore concorrenza, ci fa rabbrividire, semmai parliamo di competizione, sana competizione che crea stimoli per un mercato dormiente.
Siamo forse in un momento di espansione dei consumi? Si pensa ci siano tanti consumatori che non vedono l’ora che siano aperti altri negozi per correre a comprare?
Non siamo d’accordo che fare spesa nella GRANDE DISTRIBUZIONE conviene al consumatore?
Esci con il carrello pieno, il portafogli vuoto e non hai comperato quello che ti serviva. La convenienza si trova sui 50 prodotti pubblicizzati sul volantone, mentre sugli altri 19.950 si spende lo stesso o di più che nel negozio sotto casa, considerando la qualità non sempre certa e il servizio inesistente, dov’è la convenienza?
È ignobile, inoltre, far credere che questi nuovi insediamenti creeranno occupazione.
Perché non si fa cenno alla moria di aziende che sarà causata da questi insediamenti? Degli imprenditori che dovranno ricliclarsi, alcuni non ce la faranno, e dei posti di lavoro persi dai loro dipendenti? Forse contano meno di quelli della Grande Distribuzione.
Quale occupazione sarà favorita? Precari, sottopagati, formati per riempire gli scaffali e senza che l’azienda paghi contributi a causa delle agevolazioni contributive che lo Stato, stoltamente, offre a questi gruppi per favorire l’occupazione. Ciò non ha niente a che vedere con la professionalità che diamo ai dipendenti nei nostri negozi, ed ai contributi che paghiamo allo Stato.
Un insediamento di questo genere raschia dal mercato milioni di Euro al giorno, che a qualche altro commerciante mancheranno.
Forse ci sarà un maggior afflusso di persone, ma non sufficiente a far giungere sul territorio quelle risorse che saranno sottratte.
Come accoglieremo quella grande massa di utenti necessaria per alimentare queste strutture che si insedieranno? Con quale viabilità? Con quali servizi? Quali Marciapiedi? Forse una Piazza Mazzini chiusa, come è volontà della nostra Amministrazione, ma perché non ci andrà più nessuno e la sera non converrà nemmeno tenere le luci accese.


 


 


UN SOTTOPASSO IL RIMEDIO PEGGIORE DEL MALE



La nostra delusione aumenta quando analizziamo anche gli altri aspetti che condizionano le nostre aziende. Ci riferiamo proprio all’attuale situazione della viabilità. Riteniamo che su questo fronte le problematiche siano altrettanto preoccupanti che sul fronte dei nuovi insediamenti commerciali.
Saranno realizzate numerose rotatorie, ma saranno loro che risolveranno il problema della viabilità di Bastia?
Alcune sono indispensabili, altre, a nostro parere rappresentano una esagerazione, forse per coprire il gap nei confronti del Comune di Assisi.
Ma lo stupore sopraggiunge quando non si riesce a spiegare quali interessi debbano celarsi dietro la realizzazione del sottopasso di via S. Rocco.
Come è possibile che questa Amministrazione sia così sorda e cieca? La città non vuole il sottopasso in Via S. Rocco, ma in via Irlanda.
Se chiedi a 100 persone che conoscono Bastia, se sia meglio un sottopasso in via S. Rocco o in via Irlanda, 100 rispondono in via Irlanda.
Le FF.SS. non finanziano la realizzazione del sottopasso in via S. Rocco, ma qualsiasi sottopasso, purché venga chiuso il passaggio a livello di via S. Rocco.
Ma come si fa a pensare di mandare migliaia e migliaia di veicoli nelle vie Trentino, Basilicata, Campania, Molise, Abruzzo, Marche?
Ma gli abitanti del posto si sono resi conto, sono edotti su cosa accadrà? Stanno pensando ai figli, ad un parente che andrà a trovarli e si troverà in un inferno?
C’è una scuola, un campo sportivo, tante case, le strade strette e numerosi abitanti, non si camminerà a piedi né in bicicletta, tutti dovranno stare attenti ad uscire dal cancello per non rischiare di essere investiti.
A causa degli spazi insufficienti per un sottopasso, la pendenza delle rampe sarà tale da obbligare anche i più giovani a scendere dalla bicicletta per superarle. E pensare che da li a pochi metri verrà realizzata la più grossa concentrazione di aree commerciali, qualcuno ha stimato che solo questi insediamenti commerciali significheranno 12.000 veicoli in più su quelle strade. Immaginiamo quando a Collestrada ci sono degli eventi all’Ipercoop, si blocca la E 45, una arteria internazionale, cosa accadrà a Bastia?
Se poi, aggiungiamo che quello di s. Rocco sarà il primo sottopasso di Bastia, è facile immaginare che una buona parte del traffico di via Firenze si orienterà ad usare questa opportunità a causa delle sbarre chiuse.
Come accade da tanti anni a questa parte nella nostra città, le risposte ai problemi vengono date con soluzioni vecchie, poco efficaci, per niente funzionali, questo è il motivo che continuamente per strada, al bar, nei circoli, nelle riunioni, si sente sempre più spesso dire che Bastia è in decadenza.
La nostra Associazione fortemente rappresentativa sul territorio non può astenersi nel prendere posizioni chiare decise e coerenti su questi argomenti per difendere gli interessi della categoria che rappresenta, di tutti i soci, indistintamente dalle loro ideologie politiche, dalla loro fede e stato sociale, non siamo schierati e nessuno può affibbiarci delle sembianze.
Consigliamo che questa l’Amministrazione Comunale si astenga di riempirsi la bocca con la  concertazione, il confronto, il dialogo, se poi decide cose diverse da quelle che ascolta dal popolo, diventa impopolare, si allontana dalla città.


Confcommercio Bastia Umbra

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