Bastia

Doping nelle palestre, un arresto

Maxi operazione del Nas in tutta Italia: dodici perquisizioni in Umbria


Le manette a un bastiolo, denunciati due perugini


Secondo magistratura e carabinieri sostanze anabolizzanti vietate sarebbero state vendute anche a minori


PERUGIA – Investe in pieno anche l’Umbria l’operazione antidoping “Titano 2”, che è la prosecuzione di una complessa indagine relativa al traffico internazionale di specialità medicinali ad azione anabolizzante e stimolante, destinate al doping. Su ordine della magistratura romagnola (gip e procura di Forlì) i carabinieri della sanità (Nas) hanno eseguito quindici ordinanze di custodia cautelare, di cui una in Umbria (M.L., gestore di palestra residente a Bastia Umbra, molto noto nel mondo del body building, che ha ottenuto il beneficio degli arresti domiciliari). Denunciati a piede libero altri 50 soggetti, di cui due umbri (un perugino e un napoletano residente nel Perugino). I carabinieri, nell’operazione di ieri scattata in contemporanea in tutta Italia, hanno effettuato cento perquisizioni, in palestre, negozi, abitazioni e farmacie. Di queste perquisizioni una dozzina hanno riguardato anche l’Umbria ed in particolare Perugia (San Sisto), Bastia Umbra, città di Castello (Promano) e Terni. Nell’operazione – che in Umbria è stata coordinata dal comandante del Nas, luogotenente Orazio Pellegrini -, sono state sequestrate diverse confezioni di specialità medicinali ad azione dopante e integratori pericolosi per la salute pubblica. Il bastiolo posto agli arresti domiciliari è già la terza volta che viene coinvolto in situazioni di questo genere. Secondo la magistratura di Forlì (ma anche quella di Parma gestisce un troncone dell’inchiesta) ci si troverebbe di fronte ad una associazione per delinquere, finalizzata all’importazione, al commercio e alla somministrazione di principi biologicamente e farmacologicamente attivi ad azione dopante e all’esercizio abusivo della professione di farmacista. Vengono contestati però anche altri reati, quali il commercio di sostanze alimentari nocive, la somministrazione di medicinali in modo pericoloso per la salute pubblica, la ricettazione e il contrabbando nel movimento di sostanze dopanti attraverso il confine di terra, il commercio di precursori suscettibili di impiego per la produzione di sostanze dopanti o psicotrope, il commercio di sostanze medicinali in classe doping. L’organizzazione – che si sarebbe inizialmente costituita a Cesena per poi allargarsi ad un gran numero di regioni (Lombardia, veneto, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Toscana, Umbria, Lazio, Marche, Abruzzo, Campania, Puglia e Sicilia – provvederebbe all’approvvigionamento clandestino (da nazioni come Olanda, Usa, Inghilterra, Australia), mediante l’importazione di sostanze incluse in classe doping, che poi verrebbero vendute a praticanti di body building e altre attività sportive. Secondo gli investigatori, per di più queste sostanze sarebbero vendute non solo ad adulti, ma anche a ragazzini di quattordici-quindici anni, che non si rendono neppure conto dei rischi che corrono. Gli accertamenti svolti fino ad oggi hanno permesso di appurare che il sodalizio avrebbe gestito una attività di reperimento e distribuzione di sostanze anabolizzanti e di integratori vietati con un fatturato stimabile in oltre 2 milioni di euro l’anno. Nel blitz di ieri sono stati impegnati oltre 200 militari del Nas col supporto di altrettanti carabinieri dei vari comandi territoriali e con l’impiego di oltre 150 mezzi. Sono state sequestrate 5000 confezioni sospette per un valore di 250mila euro.
Elio C. Bertoldi

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