BASTIA UMBRA – Degustazioni, laboratori, “estemporanee” gastronomiche e soprattutto dolci, cioccolati e altre squisitezze tipiche:tutto questo e molto altro è “Dolcemente Bastia”, la fiera regionale del dolce dove, a far da traino alle tipicità locali, saranno i tradizionalissimi maccheroni dolci, protagonisti della kermesse, pensata come “vetrina per il territorio e per le attività locali che intendono promuoversi e promuovere le produzioni eccellenti del territorio”. I toni pacati della conferenza stampa, a cui hanno preso parte il sindaco Stefano Ansideri, il vice sindaco Rosella Aristei e il responsabile generale di Ideaevent Francesca Batori, non stemperano i toni accesi del dibattito politico nato intorno ai “maccheroni della discordia” in seguito alle critiche all’iniziativa giunte da Pd e Prc, soprattutto in relazione all’ammontare del contributo economico (45mila euro in totale, erogato per un terzo dal Comune) per finanziare la manifestazione.“Dolcemente Bastia – ha sottolineato Ansideri – ha ricevuto dalla Regione la piena dignità di fiera regionale e ottenuto un finanziamento a carico del Fondo sociale europeo, al quale obbligatoriamente andava aggiunta una quota a carico del bilancio comunale. Alle osservazioni dei nostri detrattori – ha aggiunto – rispondo che occorre promuovere tutte quelle attività che contribuiscono a rimettere in moto l’economia locale”. “Il Paese dei balocchi – puntualizza inoltre il primo cittadino, rivolgendosi al Pd che aveva definito la manifestazione come “iniziativa contenitore in stile festa dei balocchi”- è evidentemente ben conosciuto dai nostri amici di sinistra,unitamente ai noti personaggi di collodiana memoria, fra i quali spicca il nasuto burattino, incline alla bugia e di corta memoria: si sono dimenticati delle varie “Bastia Estate” da loro organizzate e gestite, costate alcune centinaia di migliaia di euro senza ritorno in termini di pubblico (chi ne ha tratto vantaggio?)”.
Quanto al valore culturale della kermesse, messo in discussione dalle opposizioni in considerazione dello stampo “mangereccio” dell’iniziativa, il vicesindaco Aristei rileva che, se da una parte “la tradizione significa cultura”, dall’altra l’approccio trasversale di Dolcemente Bastia “raccoglie mille espressioni del territorio”, collaborando secondo il principio di sussidiarietà orizzontale con gli istituti scolastici, la biblioteca e altre associazioni culturali del territorio.Sul castello di Costano, infine, del quale il Pd aveva suggerito un intervento di risistemazione, Ansideri rileva che forse i 220mila euro spesi per l’operazione di restyling dell’immobile “sarebbero potuti andare al recupero del vecchio mattatoio di Costano”, ritenuto sede “più idonea” per ospitare il Museo della porchetta.
Sara Caponi