Bastia

«Dobbiamo salvare il nostro fiume»

L’assessore allo sviluppo Tabarrini chiede l’attenzione e la collaborazione di tutti


“Solo ciottoli epesci morti, il Chiascío è in condizioni gravi”


BASTIA UMBRA – Tabarrini chiama, il Wwf risponde; “E gli altri?” commenta l’assessore allo sviluppo “maggioranza, opposizione, comitati, comuni limitrofi, semplici cittadini; nessuno prende iniziative per salvare il fiume Chiascio?”. L’assessore decide di lanciare una provocazione a tutti, nella speranza che, bene o male, se ne parli, ovviamente riferendosi allo storico corso d’acqua e non a se stesso. “A conferma di questo – puntualizza Tabarrini -intendo prevenire anche le polemiche che sorgeranno in merito alla mia area di competenza, spiegando che lo sviluppo di un comune non si esime dalla cura del proprio patrimonio ambientale. E non dimentichiamoci che la natura è un’importante fonte di richiamo turistico; per questo mi stupisco. Perché i cittadini, anche giustamente, si organizzano e mobilitano per programmare battaglie contro cubature commerciali, in favore dei campi di grano, e contemporaneamente si disinteressano alla natura del proprio territorio comunale? Come può il comune di Assisi, patrimonio Unesco, non curarsi di una realtà in pieno degrado?”. Gli unici a non essere chiamati in causa dal componente della giunta sono il cittadino David, che per primo ha tirato fuori il problema, l’associazione degli Amici del Chiascio e la sezione del Wwf della valle Assisi – Umbria Nord. L’allarme Chiascio infatti, seppur in modo flebile, non si è arrestato negli ultimi giorni; ultima voce in capitolo l’ha pronunciata proprio la sezione del Wwf: “Le notizie in merito al fiume Chiascio che molti hanno giudicato allarmistiche in realtà non lo sono affatto” dicono gli amanti della natura “la situazione è molto peggiore rispetto ad ogni descrizione”. La siccità attuale del fiume non è “normale secondo gli esperti. Di solito il periodo di secca non giunge prima del 15 agosto, quando poi i temporali estivi risanano l’equilibrio ambientale”. Alla fine di tutto, Tabarrini lancia la sua proposta. “Quella di creare – dice – un momento di dialogo al di sopra dei ruoli politici e dei confini amministrativi, affinché tutta la cittadinanza recuperi e viva una realtà ambientale importante come quella del fiume Chiascio. Mi sono recato a verificare le dichiarazioni che volevano vuoto il letto del fiume e in effetti ho trovato solo ciottoli e pesci in putrefazione. Per questo lancio a tutti un appello: salviamo il nostro fiume”.
Alberta Gattucci

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