Bastia

“Divisi” sul baratto amministrativo

Botta e risposta tra maggioranza e Movimento 5 Stelle sulla presentazione

BASTIA UMBRA Botta e risposta tra maggioranza -Movimento 5 Stelle sul baratto amministrativo:nei giorni scorsi, facendo fronte comune,ii capigruppo di minoranza Lino Borgarelli del Partito Democratico, Simona Carosati di Bastia per te,Fabrizia Renzini del gruppo misto e Marcello Rosignoli del Movimento 5 Stelle avevano bacchettato la maggioranza per aver presentato la mozione “Cittadinanza attiva” sempre sulla possibilità, per i cittadini, di poter sanare la propria morosità nel pagamento di tributi barattandola con opere a vantaggio della collettività. “La presentazione di una mozione autonoma da parte dei gruppi di maggioranza – spiega il coordinamento della lista civica Ansideri sindaco – è testimonianza di un grande interesse per gli argomenti proposti dalle minoranze e non il contrario. L’unico motivo per cui presentiamo mozioni autonome è per non essere messi di fronte alla spiacevole situazione di dovere o respingere un documento anche se in gran parte condivisibile o, in alternativa, di votare il documento stesso anche se contenente premesse o punti non condivisi”. “Questo perché – conclude il coordinamento -la minoranza è indisponibile a modificare anche in parte le mozioni per arrivare ad una loro approvazione con voto unanime: la presentazione di mozioni autonome avverrà ogni volta che dai banchi della minoranza verranno effettuate proposte ritenute da noi anche in parte condivisibili”. “Sembrerebbe -la risposta del Movimento 5 Stelle – che il ruolo della conduzione governativa potrebbe non più ricadere sulla Giunta e sulla Maggioranza ma sulle “minoranze”. La maggioranza (secondo l’apparente progetto della lista Ansideri Sindaco) dovrebbe trasformarsi in un controllore il quale, sempre continuando a respingere per principio le proposte della minoranza, potrebbe in alternativa applicare il metodo dell’assemblaggio, manipolare ed integrare il testo delle mozioni delle minoranze e poi presentarle in consiglio come fossero proprie; dopo ovviamente averne cambiato il titolo e il marchio”.

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