BASTIA UMBRA- Poliedrico e curioso, Daniele Sepe è da sempre riconosciuto come una sorta di “cellula impazzita” della scena musicale italiana.Troppo limitata la definizione di jazzista rispetto al suo quarantennale lavoro di ricerca e sperimentazione nei più disparati ambiti musicali.I suoi lavori sono un connubio perfetto di linguaggi: l’etnico e il folk ereditati dalla sua “napoletanità”, il jazz che è il suo marchio di fabbrica, la voglia di esplorare, sperimentare e rimanere sempre in contatto con la contemporaneità.Il progetto che porta sul palco dell’Esperia stasera alle 22 prende il nome dal suo album ‘Anote spiegate’.Il disco nasce da una serie di incontri/laboratori tenuti dall’artista nei quartieri “difficili” di Napoli tra il 2013 e il 2014. L’idea era quella di avvicinare il pubblico alla musica jazz portandolo a riconoscere, solo a livello emotivo, alcuni piccoli dettagli tecnici che caratterizzano il genere. In qualche modo l’intento di Sepe era quello di restituire il jazz al suo mondo: il popolo.Questo percorso ha portato la produzione di una seria di riletture di standard talmente straordinariae da essere raccolte in un disco e poi in concerti. In scaletta tra i tanti, Mingus, Monk ma anche Zawinul e Zappa. Chiaramente tutti i pezzi sono chiave “Sepe”: un flusso di note scoppiettante che mescola funk, jazz, destrutturazione e pop. Info:3493694469.
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