ASSISI CONCLUSO CON SUCCESSO IL SIMPOSIO INTERNAZIONALE  Consegnato dal Wonuc/Iisp al Comitato per una Civiltà dell’amore DALLE RELIGIONI e dal mondo del lavoro un ulteriore impulso a lavorare per convertire le armi nucleari in energia di pace. Il convegno ‘Religioni e mondo del lavoro per la conversione nucleare e lo sviluppo nel Sud del mondo: Nuova concezione dello sviluppo integrale con il nucleare di pace’, svoltosi ieri al Sacro Convento, si è concluso con un forte appello da Assisi e un premio di grande significato.
Il messaggio finale è stato sottoscritto dal Comitato per una Civiltà dell’Amore (Rotunno, De Gasperi, Mangialardi), dai rappresentanti del mondo del lavoro nucleare internazionale (De Masi, Baratta, Maisseau, Fomichev, O’Leary), delle religioni (monsignor Paglia, presidente della Conferenza Episcopale Umbra, monsignor Sorrentino, vescovo di Assisi, Nocera Umbra e Gualdo Tadino, Francescani dal Sacro Convento, De Salvia, segretario generale sezione italiana di Religion for Peace) e chiede il massimo impegno per il disarmo nucleare globale. «Invitiamo i paesi detentori della tecnologia nucleare — è scritto nell’appello — a destinare il ricavato della conversione di strumenti di morte per progetti di vita e per la promozione dei diritti umani e della pace tra i popoli più bisognosi della terra». Significativo, in chiave italiana, la consegna del riconoscimento ‘Atoms for Peace’, da parte del Wonuc/Iisp, al Comitato per una Civiltà dell’amore, da anni impegnato su questo fronte; ha ritirato il premio il presidente onorario dottoressa Maria Romana De Gasperi, alla presenza dell’ingegner Giuseppe Rotunno presidente del Comitato stesso. Dall’inizio del disarmo nucleare, nel 1987, il Comitato per una Civiltà dell’Amore ha avviato in Italia, con il professor Edoardo Amaldi, uno dei 5 ‘ragazzi di via Panisperna’, un primo studio di conversione delle armi nucleari in progetti di aiuti nel Sud del mondo. L’idea iniziale è stata infatti suffragata dal successo di convegni internazionali in Italia e soprattutto dai successivi accordi di disarmo nucleare e di conversione dell’uranio (1993) e del plutonio (24 gennaio 2002) tra le superpotenze. Dalla conversione dei notevoli quantitativi dell’uranio militare, è questa la convizione del Comitato, è possibile ricavare fondi per realizzare migliaia di microprogetti di sviluppo. All’uranio si potrà aggiunge ora il contributo del plutonio. 
  di MAURIZIO BAGLIONI
 Nazione-2010-10-22-Pag12

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