la redazione
Colomba Antonietti Bastia
La seguente pagina (con articoli e disegni) è stata realizzata nell’ambito dell’ora di alternativa alla religione cattolica con gli alunni della classe III B della scuola media Colomba Antonietti di Bastia. La redazione dei cronisti in erba è composta da: Lodovico Ottavi, Ema Sabli, Lorenzo Suraci, Maria Paola Tombolesi. I ragazzi sono stati seguiti dalla docente tutor, professoressa Claudia Tortoioli. La dirigente dell’istituto è la professoressa Stefania Finauro.
Impariamo a riconoscere la violenza
In Italia una donna ogni tre giorni viene uccisa dal partner, da un ex o da un membro della famiglia
In Italia una donna ogni tre giorni viene uccisa dal partner, da un ex o da un membro della famiglia. Nel 2021 i dati registrati indicano un aumento dell’8% di questo abominio rispetto all’anno precedente. Prima di arrivare al femminicidio, però, si verificano episodi di violenza di genere che può essere di diversi tipi: fisica, psicologica, economica e sessuale. La più diffusa è quella psicologica ed è la prima che si presenta ed è quasi sempre accompagnata da quella fisica. Per sensibilizzare il 25 novembre del 1999 è stata istituita la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Questa data è stata scelta perché il 25 novembre 1960 le tre sorelle e attiviste della Repubblica Dominicana: Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal avevano combattuto il regime dittatoriale di Rafael Trujillo, uno dei più duri dell’America Latina.In occasione di questa ricorrenza il nostro istituto ha ospitato alcune rappresentanti locali dell’associazione RAV, rete delle donne anti violenza, che ha sede a Bastia Umbra e che si occupa di aiutare le donne che hanno subito violenza nel nostro territorio e che assiste anche coloro che si rivolgono al numero nazionale contro la violenza, il 1522, un servizio pubblico promosso dalla presidenza del Consiglio dei Ministri. Le rappresentanti sono venute nelle classi terze per sensibilizzare su questo tema e su quello del consenso sessuale:hanno spiegato la differenza tra violenza psicologica e violenza fisica e hanno riportato esempi di violenza. Questi possono essere evidenti come uno schiaffo o celati come controllare il telefono, screditare, sminuire le capacità della vittima. Ci è stata chiesta la nostra opinione e la maggior parte di noi si è trovata d’accordo sull’atrocità di queste pratiche. L’incontro si è concluso con la lettura di un brano su Franca Viola, una donna che nel 1965 ebbe il coraggio di rifiutare il matrimonio con il nipote di un mafioso, Filippo Melodia, che poi la rapì e la violentò per costringerla al matrimonio riparatore secondo la morale del tempo; i genitori di Franca sfidarono i tempi e riuscirono, con l’aiuto della polizia, ad aiutare la figlia incastrando la famiglia Melodia. Gli Alunni hanno realizzato disegni poi esposti nell’atrio della scuola ed è stato bandito un concorso letterario interno tra gli alunni delle classi terze.
L’intervista: ecco come la pensano due nostri coetanei, Natalia e Tommaso
«Amiche, non tenetevi mai dentro il disagio» «Apprezzale, rispettale perché valgono come te»Concorso delle Rav “Scrivi una lettera a te… parlando della violenza e di quello che si può fare“
Scrivi una lettera a te del futuro… parlando della violenza di genere e di quello che può fare chi si trova a vivere una relazione violenta. E’ il titolo del testo per il concorso organizzato dalle Rav. Ecco il parere di Natalia e Tommaso. Di cosa hai parlato nella lettera? N: «Di come non vorrei mai trovarmi in tale situazione». T: «Della violenza dal punto di vista dell’’aggressore». Come ti sei immaginata/o nel futuro? N: «Ho sperato di non trovarmi in una situazione del genere e in caso contrario di essere forte e di farmi aiutare». T: «Da aggressore vorrei che questa lettera possa farmi da monito». Prima dell’incontro, ti eri mai posta/o il problema del sessismo? N: «Ne avevo sentito parlare senza approfondire il tema, soltanto dopo l’incontro a scuola ho realizzato l’importanza e la gravità dell’argomento». T: «Ne avevo sentito parlare al TG, ora ritengo che siano uomini davvero piccoli». Consigli per i coetanei? N: «Non tenersi dentro i disagi. Parlarne subito». T: «Denunciare qualsiasi tipo di violenza subita. E ricorda: apprezzale, rispettale perché valgono come te. Convinci i tuoi amici, gli amici degli amici e tutti gli uomini perché se capiamo questa cosa, non serviranno più le leggigiornate con le scarpe rosse e manifestazioni contro la violenza sulle donne».
Il punto
Il linguaggio? Spesso è sessita
Anche parole e stereotipi apparentemente innocui possono ferire: «Guidare come una femminuccia»Il linguaggio sessista è un fenomeno della nostra società, con esso si intende qualsiasi espressione basata sull’idea che alcune persone, principalmente donne, vengano considerate inferiori sulla base del loro sesso creando disparità tra i generi.In tutti gli ambiti della vita le donne sono vittime di questo fenomeno: a lavoro,a casa,a scuola o anche nel web. Anche parole e stereotipi apparentemente innocenti possono essere di stampo sessista: piangere come una femminuccia, guidare come una donna,il rosa è un colore da femmina e il blu da maschio,l’uomo deve proteggere la donna.Per sconfiggere il sessismo dobbiamo prima cambiare le nostre parole. Un altro esempio di esso, che a causa dei social si è diffuso su larga scala, è il bodyshaming e riguarda entrambi i generi, ma principalmente le donne, poiché, si basa sull’insultare il corpo altrui, senza nessun tipo di filtro verbale. Questo può avere ripercussioni anche gravi sulla psiche infatti è un’azione ripetuta logorante che brucia dall’interno. È anche a causa di questo che si creano degli standard e dei canoni di bellezza tossici, che arrivano a demolire l’autostima delle persone più fragili.
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