Bastia

Critiche da tutti i fronti politici alle parole del ministro Brunetta

Intervengono Locchi, Raffaelli, Vinti e Ronconi
PERUGIA – Sconcerto per le dichiciazioni del ministro della funzione pubblica Renato Brunetta è stata espressa dal sindaco di Perugia Renato Locchi e da quello di Terni Paolo Raffaelli, anche nelle loro qualità, rispettivamente, di presidente del consiglio delle autonomie locali dell’Umbria e dell’Anci Umbria. “L’Umbria totalitaria del ministro Brunetta non esiste” hanno sostenuto. “Siamo sconcertati e negativamente colpiti – hanno affermato Locchi e Raffaelli in una nota congiunta – dalle dichiarazioni del ministro Brunetta: il titolare della delega governativa per la Pubblica amministrazione, di cui come amministratori locali umbri siamo leali interlocutori istituzionali, parla di voti comprati e di assenza di democrazia in Umbria e nelle sue città. Noi rifiutiamo questa impostazione fatta di rissa politica e di demagogia e siamo preoccupati da un ministro delle amministrazioni pubbliche che si pone in campagna elettorale, fuori tempo, contro le istituzioni locali con cui dovrebbe coordinarsi”. Le parole di Brunetta non sono piaciute neanche al capogruppo di Rifondazione Stefano Vinti: “Sono state le forze della sinistra (Pci e Psi) a dare una risposta ai bassi salari dei settori agrari e industriali, creando un modello di stato sociale regionale peculiare allo sviluppo e alla natura della regione. Gli umbri lo hanno espresso premiando il radicamento territoriale, ma soprattutto le capacità di risposta all’esigenza di mobilità sociale e ai bisogni collettivi”. Critiche anche dall’Udc. “Ha torto il ministro Brunetta quando afferma che in Umbria i voti sono comprati. È un torto agli umbri che in questo caso vestirebbero i panni di coloro che si fanno corrompere per un voto da dare alla sinistra”: lo afferma Maurizio Ronconi. “La situazione dell’Umbria – continua l’esponente Udc – è molto più complessa di quanto immagini l’onorevole Brunetta, è fatta di clientelismi ma anche di trasversalismi, di disattenzione perenne da parte dei governi romani, di qualsiasi colore, di una sinistra chiusa ed impermeabile al, necessario confronto”.

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