In prospettiva cassa integrazione per i dipendenti e rischio di chiusura definitiva
Cgil e Cislfanno un’analisi della situazione e chiedono interventi
ASSISI – Entro la fine dell’anno il Centro studi sul turismo di Assisi potrebbe ridurre l’organico e, dopo una lunga carriera che va avanti dal 1982, addirittura chiudere, colpa di una crisi sempre più profonda che vede parte del personale in cassa integrazione a zero ore dall’inizio dell’anno, l’altra parte, pur assicurando la continuità della gestione operativa, ha fatto e sta ancora facendo periodi di cassa integrazione guadagni straordinaria (Cigs) per cercare di far quadrare il bilancio e consentire ai soci di impostare le strategie di rilancio. L’allarme è lanciato dalle rsu assieme ai sindacati Filcams Cgil e Fisascat Ci-sl, che “chiedono pertanto ai soggetti istituzionali di questa Regione di istituire un tavolo tecnico di confronto per garantire una prospettiva di rilancio attraverso la messa a valore delle competenze che il Centro studi sul turismo ha acquisito in questi 25 anni di esperienza nella ricerca, consulenza e formazione su tutti i principali aspetti del fenomeno turistico. Da quando l’Università degli Studi di Perugia non è più il socio/cliente di riferimento – spiega la nota – il Centro versa in uno stato di crisi profonda, sia di identità che di lavoro: entro la fine di quest’anno saranno prese decisioni importanti, come la riduzione dell’organico, se non lo scioglimento dell’associazione stessa. Non è possibile – accusa la Cgil – sentire ripetere che il turismo è l’attività economica su cui si dovrebbe puntare di più e poi abbandonare al suo destino un primario centro di ricerca e formazione che ha, tra l’altro, il merito di aver contribuito a fondare, insieme a pochi altri, il pensiero scientifico sul turismo in Italia e a formare un numerosissimo stuolo di studenti che oggi lavorano rivestendo prestigiosi incarichi in aziende del settore turistico italiano ed estero. Crediamo – conclude la nota – che così facendo si perderebbe un’esperienza eccezionale e che un’eventuale chiusura sancirebbe una sconfitta sia per il territorio che per l’intera regione e andrebbe sicuramente a demerito di tutti”.
Corriere-2010-10-14-pag21