DI FRANCOIS FURBINA “Con questi dirigenti non vinceremo mai” Le parole quanto mai attuali di Nanni Moretti, con dietro all’epoca le sfingi di Rutelli e Veltroni, mi sono ritornate in mente nella sala del consiglio comunale semivuota durante l’ultimo appello dei candidati sindaci alle primarie di Bastia Umbra: “con questi dirigenti non vinceremo mai”. Non ci sono altre vie. Occorrono rigidi codici etici sulla trasparenza per i quali è giusto sapere anche se il candidato sindaco ha preso una multa per divieto di sosta; se uno non li accetta non si candida e va (o torna) a lavorare. La presunzione d’innocenza deve valere solo rispetto al processo, non rispetto alla carica che si occupa ed è necessario un vero salto generazionale, un profondo rinnovamento della classe dirigente. E la nuova classe dirigente del PD a Bastia deve finalmente decidere sulle scuole, sui posti di lavoro che stanno scomparendo, sulla cultura, sull’informazione, sul prg, sulla viabilità, sull’ambiente, sulla sicurezza, su tutto quello che fino adesso non è ancora stato deciso. I cittadini hanno bisogno di risposte veloci e affidabili. E se qualcuno non l’avesse ancora capito, con Criscuolo vincitore delle Primarie, il popolo del PD ha premiato la discontinuità con l’attuale amministrazione. O no? Obama sperem PER QUESTA NOTIZIA PUOI DIRE LA TUA OPINIONE SUL BLOG CLICCA QUI
Il PD di Bastia in fila per un voto storico. 1844 i votanti complessivi. Antonio Criscuolo prevale con 1238 preferenze (67,1%), Erigo Pecci 514 (27,9 %), l’Ascani 66 (3,6%)
Sono passati quasi otto anni e la profezia di Moretti si è avverata in tutta la sua durezza. Gli apparati hanno vinto contro la spinta dal basso della società civile progressista e hanno portato la sinistra italiana alla rovina.
Rutelli (quello che ha consegnato Roma ad Alemanno ha subito preteso una poltrona più comoda) e come lui altri hanno costruito il Partito Democratico nella peggior maniera e con le peggiori intenzioni. In Italia e quindi anche a Bastia è nato il partito degli assessori dove sinora si è parlato di potere e di soldi ma mai di politica. Un partito dal percorso travagliato e litigioso fino all’ultimo che ha prodotto due candidati alle primarie: Pecci e Criscuolo e preso un altro in prestito da un PS del valore dell’1% tanto per farle sembrare di coalizione. Un PD dove la segreteria regionale ha lanciato un monito a quella bastiola di una pericolosa fuga in avanti e dove ancora le Liste Civiche dell’Aristei, l’IDV e gli altri pariti della sinistra si sono chiamati fuori dai giochi.
Un PD che purtroppo ancora non c’è perché l’unica cosa che ha contato sinora sono state le poltrone, lo sviluppo della speculazione e delle carriere. Per non parlare della crisi tra DS e Margherita durata tre anni di legislatura che ha fatto vittime illustri come lo stesso Criscuolo, oggi invece vittorioso alle primarie, per ricorrere a figure provenienti da esperienze politiche diverse. Una coalizione fatta nel 2004 con il manuale Cencelli nella quale l’unica cosa che ha prevalso oltre ai giochi di potere è stato l’immobilismo e l’apertura di corsie preferenziali in svariati campi. Altro che innalzamento dell’asticella.
Il PD è nato a Bastia con il segretario Stornelli, subito dopo è arrivato Capocchia che ha tenuto duro e nonostante le forti sollecitazioni esterne è riuscito a portare il partito alle primarie. I candidati non sono stati calati dall’alto per cui si può ritenere che siano state primarie vere; tanta, infatti, è stata la battaglia tra Criscuolo e Pecci. Un politico di centro-sinistra non può dovere la propria legittimità ad altri che non alla fiducia degli elettori, che sia un banchiere o uomo di apparato, un imprenditore o un operaio.
Il popolo del PD è così. Illuso, ingenuo, non vuole la luna né la rivoluzione ma è disposto ai sacrifici e se i dirigenti non sono degni di mettersi alla testa del sogno di volere una Bastia migliore e continuare a governare la città allora dovranno rotolare le teste dei dirigenti. Una, dieci, mille teste dovranno cadere se si consegnerà la città di Bastia al centrodestra di Ansideri.
Come si fa a non capire che non si può portare avanti così a lungo la questione delle scuole nell’area Giontella demolendo parte della storia dei bastioli e permettendo una marcia di protesta di oltre 500 persone mai vista. Oppure governare processi di insediamenti produttivi con Pip e contro Pip così lungamente e dare certezze con Suap dell’ultimo momento. Oppure ancora aspettando infinitamente un Prg mai presentato e arrivare a fine legislatura con un inedito masterplan.
Non si può far finta di non vedere che ad Ospedalicchio ai cittadini non piace il progetto della piazza. Non si può governare litigando ed escludendo chi non è d’accordo accusandolo ingiustamente di incapacità.
Il garantismo non può significare la mancanza di qualunque codice etico, ovvero che fino a condanna definitiva (tra cent’anni) il consigliere comunale, il politico come il ministro può fare quello che gli pare arrogantemente.
Prima di andare a cena con i palazzinari e le multinazionali si deve andare a cena con gli inquilini e gli operai. Se si va a cena solo con i palazzinari e le multinazionali non si può pretendere di rappresentare gli inquilini e gli operai.
Non si può far finta che il problema è dato solo da un paio di assessori incapaci e dirci che occorre guardare avanti.
Il problema è politico.
Un dibattito veramente costituente sul PD non può non toccare i nodi centrali di cosa voglia essere il PD.
Non s’illudano i partitini della sinistra e le liste civiche che criticano giustamente il Partito Democratico di Bastia. Perché il PD, o quello che verrà dopo il PD, resta centrale per governare questa città e senza una grossa forza di centro-sinistra è pronto a governarla, con l’Aristei o senza, Ansideri, e gli ansideros, fino al 7 giugno 2055.
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