Dopo i trattati del 1957 ed il progetto ideato da Schuman, Adenauer e De Gasperi, il percorso virtuoso europeo segna, col 16 aprile di quest’anno, una giornata storica per l’Europa. Al vertice di Atene, infatti, i leader europei si sono riuniti per la firma dei trattati di adesione da parte dei 10 nuovi membri dell’Unione Europea. E’ la più grande espansione finora mai avvenuta, un evento che realizza il sogno di una generazione e riunisce il nostro continente dopo quattordici anni dalla caduta del muro di Berlino.
Il tema dell’allargamento è quindi la “grande priorità” dell’Europa. L’originario mercato comune si è evoluto gradualmente in qualcosa di considerevolmente più importante di un mercato e di una moneta unica: nonostante le sue diversità l’Europa ha sviluppato proprie strutture istituzionali, ha migliorato i suoi processi decisionali, ha esteso le sue aree di competenza per far fronte a nuove sfide. Insomma, un’Europa che prosegue il suo cammino d’integrazione senza destabilizzare la comunità euroatlantica, continuando anzi ad intenderla come punto di riferimento di valori e di interessi e dove le fisiologiche occasioni di dissenso non possono cancellare il tanto che la unisce. Per l’Europa l’allargamento costituisce quindi una grande sfida, che avrà importanti ripercussioni sui paesi che ne fanno parte, in ogni settore punto.
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Vogliamo un Europa integrata anche sul piano militare, senza però dimenticare che il mondo intero ha bisogna di una comunità euroatlantica, centro di irradiamento di valori liberali e democratici, di sicurezza e di ordine. Un’Europa in grado di raggiungere il giusto equilibrio tra l’esercizio delle competenze nazionali e la gestione di quelle trasferitele dagli Stati membri.
Vogliamo un unione forte e democratica, basata sul principio della sussidiarietà, che rinunci alla burocrazia, che valorizzi e difenda le comunità locali, le diversità sociali, produttive e culturali, per meglio affrontare e vincere la sfida della globalizzazione. Una nuova Europa, che sia protagonista nelle necessarie riforme degli istituiti internazionali, che costruisca e una vera politica di cooperazione tra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo, e che dispieghi una politica estera comune, capace di determinare assetti più equilibrati nei rapporti fra nord e sud del mondo, affinché la povertà e la miseria di tanti popoli siano definitivamente sconfitte.
Vogliamo infine una costituzione europea che stabilisca nuovi diritti e doveri per i cittadini e gli Stati, che basi sulle comuni radici delle tradizioni liberaldemocratiche e umanistiche cristiane il primato della persona umana, che riconosca i valori della famiglia, dell’impresa e del lavoro quali punti di riferimento essenziali della società.
Facciamo si che la nuova Europa sia tutto questo, cogliendo l’occasione offertaci dall’allargamento e dalla Convenzione per elevarci all’altezza della sfida. La storia ci giudicherà: mettiamo l’Europa al primo posto.
On. Paolo Bartolozzi
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