REDAZIONE Gli studenti reporter
QUESTA pagina è stata realizzata dagli studenti della scuola secondaria di primo grado «Colomba Antonietti» di Bastia Umbra. I ragazzi che hanno partecipato al progetto fanno parte delle classi III D e III G e sono stati coordinati dalle professoresse Nadia Camilli e Margherita Ventura. Il dirigente scolastico è il professor Giuseppe Santino. I redattori: Ciambrusco, Proietti, Colognese, D’auria, De Simone, Del Lugo, Gorny, Grzywa, Jani, Lundraxhiu, Masciotti, Mazzoni, Mercanti, Moroni, Panzolini, Papa, Petrini, Tamburi, Zerbini, Buonpane, Cecchetti, Cingillo,Moccaldo, Pecci, Pilotti, Renzi, Rinaldi, Russo, Savella, Sibilo, Spaccapanico, Proietti, Tarpani, Tomasino, Uccellani.
La riqualificazione dell’ex tabacchificio Giontella. Il dibattito è aperto
MANIFESTI, ARTICOLI sui giornali,mamme e papà in corteo. A scuola, insieme ai nostri professori, abbiamo voluto capire cosa stava succedendo, perciò abbiamo analizzato l’oggetto di tutto questo polverone:l’area ex-Deltafina o come noi invece amiamo chiamarla, l’area Giontella. Nel 1939, qui iniziarono i lavori per la costruzione di un tabacchificio voluto da Francesco Giontella, che sarà prima Podestà e poi sindaco di Bastia fino al 1964 e che aveva contribuito non poco a risolvere il problema della disoccupazione nel dopo-guerra facendo di Bastia un importante polo produttivo. I temi legati all’archeologia industriale sono diventati in questi ultimi tempi sempre più attuali, perché le fabbriche rappresentano testimonianze di un passato recente,ma già così lontano in un mondo troppo proiettato verso il futuro.
SONO STATI ELABORATI diversi progetti per la riqualificazione di tutta l’area, come ci hanno riferito il Dirigente dell’Urbanistica del Comune e una responsabile della sezione del Wwf di Bastia. Infatti, gran parte di questa struttura sarà riqualificata e destinata a esercizi commerciali e uffici. Il progetto ci sembra proiettato verso un ulteriore sviluppo economico di Bastia. Ma è proprio questo di cui ha bisogno la città? Una parte dell’area sarà inoltre destinata a edifici abitativi, favorendo sicuramente un incremento di popolazione con un conseguente aumento del traffico. Per questo sono state previste tre rotatorie che fluidificheranno il transito, ma contemporaneamente cambieranno l’estetica della zona e in particolare di Viale Giontella che vedrà cadere le due memorabili colonne con inciso il nome del fondatore dell’ex tabacchificio.
SI TRATTA DAVVERO di uno sviluppo sostenibile? Ci è piaciuta molto l’idea di realizzare i parcheggi con una pavimentazione fotocatalitica a base di biossido di titanio, in grado di ridurre le sostanze inquinanti nell’atmosfera.Non è male neanche l’ipotesi di proteggere i posti auto con tettoie fornite di pannelli solari che così alimenteranno l’illuminazione dell’area, rendendola più sicura;oppure la scelta di utilizzare asfalto fonoassorbente per le strade, diminuendo l’inquinamento acustico.Una volta tanto una buona tecnologia a favore dell’ambiente! Un’altra questione riguarda gli spazi verdi di cui, per legge, ogni cittadino ha diritto nella misura di 12 mq. pro-capite. Ma in realtà sarà così?
IL PROGETTO è in fase di pubblicazione, in attesa cioè di ricevere e accogliere suggerimenti, proteste e richieste di modifica. Perchè allora non ascoltate anche i nostri desideri? Vogliamo uno spazio con prati e alberi, desideriamo tuffarci di nuovo nella nostra cara piscina che aveva visto tante tabacchine lavorare intorno a lei, ma sogniamo la realizzazione di un grande parco archeologico industriale che ci ricordi la storia della manifattura, dell’organizzazione del lavoro e della gestione sostenibile delle risorse territoriali!
L’INTERVISTA RICORDI E TESTIMONIANZE DI UNA LAVORATRICE DEGLI ANNI ’50 A BASTIA
«Mi chiamo Olinda. Facevo l’operaia»
ABBIAMO INTERVISTATO la nonna di un nostro compagno per capire meglio come era la vita in una fabbrica degli anni ‘50. Il tabacchificio Giontella era stato realizzato con una cura e un occhio verso il futuro che ci ha lasciati strabiliati: «C’era il refettorio, una biblioteca, le docce — racconta Olinda — ambienti di lavoro forniti di aeratori per eliminare sia odori che polveri, e impianti radio per ascoltare la musica». Ci lavoravano molte donne e anche per questo il tabacchificio rappresentava una vera rivoluzione sociale,infatti fino a quel momento le donne non erano ancora entrate come protagoniste nel mondo del lavoro, erano per lo più casalinghe o contadine che aiutavano i loro uomini nel lavoro dei campi.«Prendevamo circa 20.000 lire al mese, che oggi sembrano poche, ma allora erano tantissime, perché avere una paga a quei tempi significava rendersi indipendenti». Iniziava così anche a Bastia il cammino verso l’emancipazione femminile. La nonna lavorava alla cernita, dove si sceglievano le foglie del tabacco, per circa 8 ore al giorno, ma alcune volte, quando c’era più da fare, anche 10 o 12 ore. «Non c’erano i sindacati e, per protestare, abbiamo usato solo una volta lo sciopero, quando la fabbrica stava per chiudere». La nonna racconta che quello è stato il giorno più triste della sua vita di tabacchina. «Il padrone però era sensibile ai problemi di noi donne lavoratrici, non dimenticava il nostro ruolo di mamme e fece costruire un asilo dove potevamo andare anche ad allattare.Una volta, quando un figlio si ammalava e il dottore ci diceva di portarlo al mare, noi andavamo da Giontella che aveva creato delle colonie sull’Adriatico per i bambini di Bastia». Il lavoro nella fabbrica era abbastanza pesante, ma le tabacchine amavano lavorare insieme alle compagne con cui chiacchieravano e scherzavano. Mentre parlava, gli occhi della nonna si sono velati e ancor più abbiamo compreso quanta nostalgia si nascondeva dietro le sue parole.
L’OPINIONE
Idee in cantiere «Piste ciclabili, verde e decoro»
ABBIAMO PRESO la bicicletta, abbiamo imboccato viale Giontella e ci siamo trovati davanti una grande desolazione: un’imponente struttura architettonica ricoperta da teli e cartelli che testimoniano lavori in corso a tempo indeterminato. L’ex tabacchificio «Giontella» ora ispira tristezza e malinconia. Discussioni e manifestazioni hanno accompagnato questo progetto di riqualificazione territoriale, perché i comitati cittadini vogliono che ciò che verrà realizzato sia la «cosa» migliore per Bastia. Attraverso queste pagine messe a disposizione da La Nazione noi vogliamo dire la «nostra: non possiamo addentrarci negli aspetti tecnici, perché non ne abbiamo le competenze,ma abbiamo le idee chiare su quello che desideriamo rinasca in quest’area.
VOGLIAMO tanto verde, piste pedonali, di pattinaggio e ciclabili, aree per il gioco e per lo sport e infine una piscina grande, bella e particolare come quella che c’era .Vogliamo salvare l’ex tabacchificio: la sua struttura, i mosaici, le vetrate e i marmi, perché riqualificare, ristrutturare, non significa distruggere per ricostruire. Questa mentalità non fa parte della nostra cultura: il passato deve rimanere, lasciare i suoi segni sul territorio perché i luoghi storici e la loro destinazione restino nell’immaginario collettivo a rappresentare l’identità dei cittadini che vi abitano.
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