Bastia

Cordoglio per la morte di Mimmo Tazza

Era originario di Montefranco il medico che ha perso la vita in un incidente stradale a Bastia Umbra
MONTEFRANCO – (a.mo.) – E’ in lutto il piccolo borgo della Valnerina dove era nato Domenico Tazza, il medico di 57 anni che ha perso la vita giorni fa in un tragico incidente stradale a Bastia Umbra mentre era in sella a uno scooter.Mimmo, così lo chiamavano gli amici e i familiari, si era trasferito da molti anni in provincia di Perugia per ragioni di lavoro.Era, infatti, dirigente medico del pronto soccorso dell’ospedale “Santa Maria della  Misericordia” e abitava a Bastia con la moglie Adelaide Susta e i tre figli Marta,Marco e Aurora. Ma era sempre rimasto molto legato a Terni e a Montefranco dove vivono ancora i suoi anziani genitori, Angelo ed Edelwais. La sua famiglia è molto nota e stimata a Montefranco anche per l’impegno profuso nel corso degli anni nel movimento sindacale della Uil e nel partito repubblicano.Con i fratelli Roberto e Giorgio, Domenico condivideva la stessa professione di medico, svolta sempre con grande professionalità,ma anche con doti non comuni di umanità e sensibilità. Alle esequie, celebrate nei giorni scorsi a Bastia Umbra dal vescovo di Foligno Gualtiero Sigismondi,hanno preso parte, oltre ai familiari, anche moltissimi amici e colleghi di lavoro dei tre fratelli Tazza.Tutti hanno voluto stringersi intorno a una famiglia colpita da una tragedia che ha lasciato un vuoto incolmabile. A Montefranco,dove spesso ritornava per stare insieme ai suoi, tutti lo ricordano con grande stima e affetto.Domenico non aveva mai reciso i legami con il mondo della sua infanzia e della sua gioventù. Nel corso del rito funebre sono state raccolte offerte che saranno devolute per l’acquisto di un’apparecchiatura in grado di migliorare ulteriormente il servizio di pronto soccorso dell’ospedale perugino “Santa Maria della Misericordia”.Un modo nobile per continuare a ricordare Mimmo e il suo impegno professionale al fianco dei malati e per alleviare le loro sofferenze, proprio in quell’ospedale a cui ha dedicato tanti anni della sua vita troppo breve

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