Domani assemblea per lanciare il progetto ad Assisi e Bastia Umbra
ASSISI – Non sono ronde e neppure vigilantes, assicurano i promotori dell’iniziativa. «Assomigliano piuttosto a un’associazione di mutuo aiuto tra vicini di casa – dicono – chi non ricorda con tenerezza gli anziani di una volta che non conoscendoci chiedevano: “Vo’, chi fio sete?”. Oggi scopriamo che la loro curiosità svolgeva un importantissimo controllo sul territorio, funzione perduta negli anni con il conseguente aumento della microcriminalità». Di qui l’idea di un controllo civico. Contro una percezione sempre più diffusa di insicurezza e per rilanciare l’idea di solidarietà civica, il “controllo del vicinato” si propone ora anche a Bastia ed Assisi, sull’esempio dei comuni limitrofi di Castel Ritaldi, Castiglione del Lago, Foligno e Spoleto, pure questi ultimi in fase di avvio. I promotori dell’iniziativa invitano tutti i cittadini interessati, insieme alle loro famiglie, domani sera alle ore 21 a Bastia Umbra presso il Centro giovanile San Michele, accanto al cinema Esperia. Presiederà l’incontro Francesco Caccetta, criminologo e co-fondatore dell’asso – ciazione nazionale controllo del vicinato. L’invito ai sindaci di Assisi e Bastia, agli assessori e ai consiglieri comunali è già stato consegnato. All’incontro sono stati invitati anche i vigili urbani e i carabinieri delle stazioni interessate, questi ultimi, attori principali del progetto insieme ai cittadini. Ma che cosa è in particolare il controllo di vicinato? «Si tratta – spiegano gli organizzatori – di una proposta di origine anglosassone che prevede la libera auto-organizzazione tra vicini di casa per esercitare una sorveglianza attiva dell’area intorno alle proprie abitazioni e negli spazi pubblici più prossimi, per prevenire il verificarsi di furti negli appartamenti, truffe ed altri eventi di microcriminalità attraverso la tempestiva segnalazione alle forze dell’ordine, che, va sottolineato, sono le uniche deputate ad intervenire». Nel corso dell’iniziativa di domani verrà spiegato ai cittadini come funziona questo «metodo solidale» di autodifesa che si fonda su semplici meccanismi di collaborazione e fiducia tra vicini, fondamentali perché s’instauri un clima di sicurezza che sarà poi percepito da tutti i residenti (anche da chi non partecipa al programma) e in particolar modo dalle fasce più vulnerabili, come gli anziani, i bambini e le persone sole. L’attività dei gruppi di controllo del vicinato sarà supportata oltre che telefonicamente, anche attraverso i social network e verrà segnalata come strumento di deterrenza da appositi cartelli collocati nelle varie zone interessate al progetto. «Si tratta – aggiungono gli organizzatori – di un sistema ormai collaudato che oltre a contribuire alla diminuzione di furti nelle case (nei territori dove è stato adottato, compreso Castel Ritaldi, è stato rilevato un calo dei furti dal 50 all’80%), trasmette anche un forte senso di appartenenza, educa alla solidarietà e rafforza i legami tra i membri della comunità cittadina.
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