Un gruppo di cittadini e operatori economici: “Si può riaprire la rampa di uscita e adottare altre misure per la sicurezza”
di Alessandra Borghi
BASTIA UMBRA – Torna a far discutere lo svincolo di Bastia Nordsulla statale 75, meglio nota come CentraleUmbra,in direzione Foligno-Perugia. La chiusura
della rampa di uscita, decisa dall’Anas a fine settembre su richiesta del Comune di Bastia Umbra dopo un incidente mortale avvenuto il 23 agosto scorso, non ha
messo tutti d’accordo. La novità è che la protesta contro il provvedimento ha assunto forma organizzata.Si è infatti costituito in questi giorno il Comitato Svincolo Aperto (Cosva), che rappresenta imprenditori, residenti, lavoratori e soggetti del polo residenziale che sta sorgendo nelle vicinanze dello svincolo. E il primo atto
per cambiare la situazione è un ricorso alTar,curato dagli avvocati Daniele Fantini del Foro di Perugia e Morena Luchetti.Diversi i motivi che hanno indotto
imprenditori e commercianti a rivolgersi all’organo di giustizia amministrativa. In primo luogo,il calo di attività rilevato dopo la chiusura. Un trend imputato alla
diversa circolazione che avrebbe reso più difficile per la clientela raggiungere i negozi. Gli stessi dipendenti sono inoltre costretti a più lunghi spostamenti per recarsi sul luogo di lavoro, mentre l’impresa costruttrice della zona in via di edificazione “lamenta la perdita di chance derivante dalla difficoltà di commercializzare i futuri immobili, non più serviti dallo svincolo sulla statale 75”, secondo quanto illustra il ricorso.Di qui la richiesta di annullamento dell’atto dell’Anas e di una sospensiva che porterebbe all’immediata riapertura. In alternativa alla sospensiva, si invoca “qualsiasi altra misura cautelare”per tutelare gli interessi dei ricorrenti attraverso un rapido riesame dell’atto. Proprio questi interessi – in base alle argomentazioni dei legali–sarebbero stati ignorati per mancanza di un’adeguata istruttoria. Secondo il Comitato, così è stata ignorata la possibilità di “introdurre sistemi alternativi alla chiusura che consentano, a rampa aperta, di procedere con una circolazione normale e sicura”. In proposito si citano “la modifica della viabilità attraverso la riformulazione dei sensi di transito, o la modifica della geometria dell’intersezione,o ancora l’installazione di moderatori di velocità” come soluzioni compatibili con una riapertura capace di garantire “sia l’interesse pubblico alla sicurezza che quello privato di carattere patrimoniale e non patrimoniale,di qualità della vita”. Si ritengono infine violate norme di legge che avrebbero imposto all’Anas di disporre un termine in relazione alla chiusura della rampa,anziché fare riferimento a una valutazione“aposteriori” dei riflessi sulla circolazione stradale per decidere “l’eventuale chiusura definitiva”.