DIETRO LE QUINTE I TEMI «CALDI» AFFRONTATI LONTANO DAI RIFLETTORI DALLA GOVERNATRICE CON LA CONFERENZA EPISCOPALE NON TUTTO il confronto, naturalmente, s’è svolto sotto i riflettori. Molti temi specifici, quasi tutti, i vescovi e la presidente li hanno affrontati a porte chiuse. Così, nella riservatezza, «le parti» hanno cercato di capire in che termini, e con quali ruoli, potessero affrontare la situazione economico-sociale dell’Umbria, le precarietà, le nuove povertà, i problemi dell’immigrazione, le attese delle famiglie anche alla luce della recente legge regionale, le dinamiche dei beni culturali (pubblici ed ecclesiastici), l’evoluzione degli Oratori che pure, con somme francamente modeste, sono previsti anche dalle normative sfornate anni fa dal Consiglio regionale. Si è accennato anche al turismo, al quale la Chiesa (Santi, Basiliche, tradizione, testimonianze…) garantisce apporti tutt’altro che secondari. Sfiorati, in attesa di approfondimenti, temi di grande impatto come il diritto allo studio, le non autosufficienze, i minori, i giovani. Non è impossibile che, analizzando le prospettive (anche economiche) della legge sulla famiglia, si sia fatto cenno alla Ru 486, la pillola del giorno dopo, un argomento sul quale le convergenze tra la Giunta e la Chiesa sono tutt’altro che agevoli. Meno complesso, probabilmente, l’accordo sulla «medesima dignità» tra musei regionali ed ecclesiastici, dignità sollecitata dall’Arcivescovo perugino, monsignor Gualtiero Bassetti. Addirittura agevole il rinnovo del patto sulle dinamiche da attuare con gli 80mila immigrati regolari (senza dire degli altri) per i quali la Marini ha riconosciuto alla Chiesa «un ruolo molto positivo anche nell’evitare gravi fenomeni di esclusione delle differenti culture». Alcune delle possibilità di gestire situazione vengono, per la Marini, «da un lavoro comune che nasce dal passato e dalla sinergia tra la Ceu e la Regione, le quali, pur nella necessaria autonomia, hanno operato insieme, come ad esempio per la fondazione antiusura, l’osservatorio sulle povertà e sugli Oratori che vanno rivitalizzati e messi al centro di un’azione più complessiva delle politiche sociali».
G.R.
Nazione-2010-10-12-Pag19