Bastia, danno erariale riconosciuto dalla Corte dei Conti La cifra più alta dovrà restituirla al Comune la comandante
IL PROCESSO
BASTIA UMBRA Per i conti delle multe che non tornavano, la Corte dei conti ha condannato la responsabile del settore polizia locale, Carla Menghella, e la vigilessa Francesca Betti al risarcimento del danno erariale pari a oltre 13mila euro. Precisamente al pagamento a favore del Comune di Bastia di 9.268 per la comandante e di 3.972 per l’appuntato: la metà dell’effettivo ammanco contestato, quei 26.480 euro di multe considerate dalla procura contabile non compilate e quindi non riscosse. Per l’altra metà, il collegio presieduto da Emma Rosati (con Pasquale Fava e Chiara Vetro) tira in ballo «l’apporto concausale del Vice capo Settore e del Segretario Comunale all’epoca dei fatti (per quanto non raggiunti dall’iniziativa dell’inquirente), entrambi destinatari delle missive con cui la convenuta Betti lamentava l’oggettiva difficoltà organizzativa: il loro operato risulta invero caratterizzato dalla stessa inattività della Menghella. La mancata attivazione da parte dei predetti soggetti di concrete e fattive iniziative volte a scongiurare il pericolo, concretamente rappresentato dalla Betti, di imminente danno all’amministrazione comunale rileva, ad avviso del Collegio, nella misura percentuale del 50% sull’intero danno, che andrà virtualmente addossato ai dovuti corresponsabili nella quota del 25% cadauno». Perché sarebbe stato un insieme di «inerzia» e di «inattività» a causare il danno, per la «mancata elaborazione dei verbali per violazioni al Codice della Strada e della loro omessa notifica. Infatti, secondo la Procura riassumono i giudici contabili -, mentre la Betti ha omesso i doverosi adempimenti preordinati alla riscossione dei relativi proventi, la Menghella, colpevolmente, ha trascurato di vigilare sull’operato degli uffici, non assumendo le iniziative necessarie a garantire il buon andamento dell’azione amministrativa». Entrambe hanno provato a difendere la correttezza del proprio operato (assistite la comandante dagli avvocati Mario Rampini e Mariagiovanna Belardinelli, la vigilessa dall’avvocato Sabrina Castellini), tra comunicazioni interne e guerra di responsabilità, ma la Corte dei conti ha abbracciato la tesi della procura e ha diviso quel 50 per cento di danno in base al ruolo. «Considerato concludono infatti i giudici contabili – il potere decisorio intestato in capo al vertice dell’Ufficio (Menghella), essa deve rispondere della quota del 35% del danno contestato, mentre la Betti, attesa la sua posizione di mero esecutore di ordini altrui, l’attivazione di tentativi volti ad evidenziare ai vertici il rischio di danno che poi puntualmente si verifica, deve rispondere nella misura del 15%».Egle Priolo
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