Ieri nella chiesa di San Cristoforo a Ospedalicchio i funerali del giovane chef trovato privo di vita al lago Trasimeno
BASTIA UMBRA Una giornata grigia, piovigginosa.Triste come un addio. Proprio come quello che ieri in tanti hanno dato a Matteo Pierri, lo chef bastiolo di venticinque anni trovato morto a Passignano dalla giovane fidanzata, annegato nelle acque del Trasimeno per cause ancora da accertare. Le esequie del ragazzo che amava pescare, si sono svolte in una gremita e commossa chiesa di San Cristoforo ad Ospedalicchio. Sui volti di tutti i presenti l’incredulità per una notizia inaspettata e tragica e la rabbia nei confronti di un destino che quando vuole, senza ragione, scrupoli nè compromessi, ti toglie tutto ciò che hai di più bello. “Nelle letture c’è l’annuncio di un mistero, che è un progetto di Dio che si espande nell’eternità. Noi facciamo parte di questo mistero, con la nostra vita il cui fine è quello di portare frutti d’amore alle nostre famiglie e al mondo intero – ha detto nella sua omelia don Claudio Schioppa, parroco di Ospedalicchio – san Paolo ci dice che non moriremo mai definitivamente perché verremo trasformati tramite la resurrezione, quella luce che annienta il buio della morte. Non importa quanto lunga sia la vita, ma deve essere vissuta con intensità, come ha fatto Matteo”.
Cristiana Costantini
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