Bastia

Come vola il Bastia della linea verde

Tomassini in gol contro il Gualdo, ma sono tanti i baby in evidenza
Milioto: «I giovani sono il nostro orgoglio». Spesso titolari anche Canestri, Milletti e Mariani
BASTIA UMBRA – Troppe emozioni possono finire per aumentare in eccesso l’adrenalina in corpo. A Bastia domenica scorsa sono passati dall’inferno al paradiso nel giro di un’oretta o giù di lì. Dall’incubo del rigore sbagliato da Borrelli al vantaggio gualdese di Salvucci, dal rigore del possibile 0-2 che Tajolini ha respinto a Francioni alla redenzione con la rimonta firmata Pica, Borrelli e Tomassini, in mezzo è passato di tutto, nella testa e in mezzo al campo.
«E stato un pomeriggio davvero stressante, ma credo che si possa parlare di snodo cruciale del nostro campionato», ammette Agostino Milioto. Il quale a mente fredda fa meno fatica a rivedere il film della gara, intuendo perfettamente come le sorti della stagione bastiola abbiano tratto giovamento dalla rimonta che ha prodotto itre punti. «Seripenso alla prima parte di gara mi rendo conto che avremmo davvero potuto finire gambe all’aria. Il rigore fallito da Borrelli e quello assolutamente inesistente concesso al Gualdo avrebbero potuto cambiare il corso degli eventi e propone un finale di campionato radicalmente differente. Per un attimo abbiamo rischiato il tracollo, perché sotto 2-0 sarebbe stata dura venirne a capo. Una volta ripreso il destino nelle nostre mani siamo però stati bravi a rovesciare il parziale e allungare la nostra permanenza in vetta». Anche se la Narnese, di mollare, proprio non ne vuol sapere: «Sarà una volta avvincente fino alla fine. Magari loro non offriranno un grosso spettacolo, ma sono una squadra pratica, cinica e spietata. E questo nel calcio fa la differenza». Così come in campo, la differenza, la fanno i più esperti. Anche se aBastiale gerarchie sembrano essere state riscritte. Vedere per credere l’azione del definitivo 3-1, partita da Edoardo Canestri (classe ’95), rifinita da Simone Mariani (’93) e conclusa a rete, dopo il velo di Pica,da Simone Tomassini (’92). «Di solito si dice che in queste categorie i fuoriquota devono giocare per forza, ma nel nostro caso sfido chiunque a sostenere la tesi. Da noi i ragazzi giocano perché sono bravi e perché meritano di farlo: non è un caso se due ’95 (oltre a Canestri anche Giacomo Milletti) da noi hanno sempre trovato posto, risultando spesso determinanti. L’azione del 3-I di domenica scorsa è da manuale del contropiede. E un vanto e un motivo di orgoglio, ma non certo improntata al caso». Con 7 gare da giocare, le insidie maggiori a detta di Milioto arriveranno dalla trasferta di San Venanzo: «Sarà dura, ma se vogliamo continuare a comandare la classifica non abbiamo altro risultato all’infuori dei tre punti».
di ROBERTO RARBACCI

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