Sventata truffa ai danni del Ki Club: denunciata una donna. In casa materiale sospetto
BASTIA UMBRA —E’ STATO SVENTATO dagli investigatori dell’Arma un tentativo di truffa ai danni di una importante palestra, il Ki Club, che ha sede nell’area industriale di Bastia Umbra in un edificio a vetri visibile da chi transita sulla superstrada 75 Centrale Umbra. I carabinieri, intervenuti su sollecitazione della direzione della palestra, hanno individuato la responsabile, una giovane donna di 25 anni, V.D.V., residente a Reggio Calabria e domiciliata a Spoleto, con numerosi precedenti per reati analoghi. La giovane, che si è dimostrata abile ed esperta, è stata denunciata dai carabinieri della compagnia di Assisi, agli ordini del capitano Marco Sivori, per sostituzione di persona e tentata truffa.
LA DONNA alcune settimane fa si era impossessata dei codici di accesso intestati alla palestra con i quali poi, spacciandosi per una dipendente di una società di finanziamento, che già opera con l’esercizio sportivo, riusciva ad impostare operazioni illecite volte ad appropriarsi del denaro dei clienti. A questo punto, però, il suo comportamento ha destato sospetti nella direzione della palestra che ha avvertito i carabinieri. Insieme, hanno concertato una trappola invitando per il 21 dicembre la giovane a presentarsi in palestra per esigere i presunti crediti. Qui, oltre ai responsabili della struttura c’erano ad attenderla i militari in abiti civili che sono intervenuti quando è stato necessario per smascherare la truffa.
IL RAGGIRO, infatti, riguardava sia la palestra che la società di finanziamento di cui la donna si dichiarava collaboratrice. Nella perquisizione domiciliare a casa della ragazza i carabinieri, alla vigilia di Natale, hanno trovato materiale di vario genere che farebbe ipotizzare una serie di reati patrimoniali commessi nel territorio umbro. Il materiale è stato sequestrato e sono in corso accertamenti dell’autorità giudiziaria per definire azioni e responsabilità della donna.
Anche in questo caso il successo dell’operazione è dovuto al comportamento della direzione aziendale che non ha esitato a rivolgersi ai carabinieri.
Massimo Stangoni
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