BASTIA UMBRA – Era la stagione 1979/80, girone di andata de la serie A quando il Perugia espugnava il campo del Cagliari vincendo 2-1 con una doppietta di Salvatore Bagni.
Un successo che Massimo Cocciari, allenatore del Bastia allora diciottenne, dimenticherà difficilmente visto che quel giorno fece il suo esordio tra i professionisti e nella categoria più importante dopo aver fatto la trafila nel settore giovanile biancorosso. Purtroppo restò una gioia isolata, visto che in tre stagioni fu la sola apparizione in prima squadra per il centrocampista. “Ma a quei tempi – ricorda lui stesso – per noi giovani era molto difficile trovare spazio con due soli giocatori in panchina e un solo cambio a disposizione”. Nonostante questo però, Cocciari riuscì comunque a costruirsi una carriera di tutto rispetto tra i professionisti, collezionando 321 presenze tra C1 e C2 con le maglie di Arezzo, Paganese, Foligno, Gubbio, Poggibonsi, Castel di Sangro, Gualdo e Fermana. Un’esperienza sicuramente preziosa, tornata poi utile una volta appesi gli scarpini al chiodo e intrapresa la sua nuova vita da tecnico: “Di certo aver giocato tanti anni ti lascia un bagaglio importante, ma io non sono il tipo che racconta ai suoi giocatori quello che ho fatto sul campo. Preferisco che sappiano di avere davanti una persona onesta, sincera e impostare subito il rapporto sulla base di certi valori”.
E il suo pesante curriculum da giocatore non è servito neanche a fargli saltare quella gavetta che comunque, chi lo conosce lo sa, lui non ha mai chiesto di evitare: “Non sono il tipo che va a proporsi in giro perché credo nel lavoro del campo e voglio arrivare in alto con le mie forze, anche se purtroppo non sempre le cose funzionano in questo modo. Spesso infatti, a pagare è piuttosto il modo in cui ci si presenta a livello mediatico”. Per fortuna però, esistono ancora delle eccezioni: “Quella di Marco Scarpelloni, nuovo direttore generale del Perugia che dopo tanti anni di lavoro è riuscito a dimostrare il suo valore. La sua presenza lascia ben sperare tutti i tifosi del Grifo, così come quella di Fabrizio Ferrigno (nuovo team manager, ndr) che esordì diciassettenne nel Castel di Sangro di cui io ero capitano. Sono contento per loro”.
E la speranza è che prima o poi qualcuno si accorga anche dei risultati che ha raccolto lui, come la salvezza di una Pontevecchio presa in corsa sui bassifondi della classifica di Eccellenza qualche anno fa, oppure la vittoria del campionato di Promozione col Nocera nella stagione 2005/06 chiusa con 80 punti, 26 in più del Semonte finito secondo. “Eppure l’anno dopo qualcuno rovinò tutto (il tecnico fu esonerato dopo 10 giornate in cui la squadra aveva ottenuto 8 successi, un pareggio e una sola sconfitta, ndr). Comunque in questo calcio non mi stupisco più di niente e anche se penso di aver lavorato bene in questi anni, spesso mi è capitato persino di restare fermo ai box per un campionato intero”. Non sarà così quest’anno, visto che Cocciari sarà ai nastri di partenza del campionato di Eccellenza con il suo Bastia, sulla cui pan-hina è subentrato l’anno scorso al posto di Claudio Tobia risalendo in fretta la classifica e portando poi i biancorossi alla decima posizione finale. Un’avventura che il tecnico affronterà con la consueta passione: “Sarà un campionato durissimo, con squadre che si sono attrezzate davvero bene. Personalmente potrei mettere le mani avanti e dire, come farebbero molti, di puntare alla salvezza. Ma io non sono così e partire con la coda tra le gambe è un atteggiamento che non ho mai sopportato. Abbiamo una squadra molto giovane, con un’età media che non arriva neppure a 22 anni, ma questo ci darà ancora più entusiasmo. La cosa più importante è la mentalità e noi vogliamo giocarcela con tutti”.

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