Bastia

Cipollini di sinistra, zitti e fatevi una risata

 di LEONARDO IANNACCI
MILANO Con un olè da torero, Massimo Boldi “mata” le dozzinali polemichette scoppiate attorno alla prima del suo ultimo film-panettone, in uscita domani in cinquecento sale, che si intitola, appunto, “Olè”. La buffa storia ruota attorno a due insegnanti (con l’attore milanese c’è Vincenzo Salemme) alle prese con una classe di studenti da portare in gita scolastica. L’occasione ideale per vivere grottesche avventure e situazioni paradossali dove la verve di Massimo Boldi trova nuova linfa vitale dopo il chiacchierato divorzio artistico da Christian De Sica. La sceneggiatura è di Carlo (che è anche regista) ed Enrico Vanzina. Questo film, però, non è andato bene a quattro parlamentari dell’Unione – Riccardo Villari della Margherita, Loredana De Petris dei Verdi, Giuseppe Di Lello di Rifondazione Comunista e Franco Ceccuzzi dei Ds – i quali hanno tuonato: «È un film offensivo e denigratorio nei confronti (…) degli insegnanti e degli stessi studenti. Quindi deve essere bandito dagli schermi della Rai. Una pellicola non formativa né di stimolo a sentimenti e ideali di alto valore. Non comprendiamo lo spazio che la Rai ha dato alla sua promozione». Al fin della licenza, il balordo tocco estremo: «Recensire un film così offensivo per chi insegna, rischia di alimentare fenomeni di bullismo». Commento: senza parole. Come senza parole è rimasta l’intera produzione del film. Carlo Vanzina ha replicato: «A meno che non abbiano visto una copia pirata, questi signori non possono aver visionato il film. Mi meraviglio che la sinistra che dovrebbe essere progressista, diciamo all’avanguardia del Paese, si abbandoni a polemiche così regressive rispetto alla libertà d’espressione. Sono basito, è un atteggiamento fascista da parte loro. Nel 1984, ventidue anni fa (!) girammo “Vacanze in America” nel quale un prete, Don Buro interpretato da Christian De Sica, che per sbaglio fumava spinelli e se la faceva con la madre di uno studente in gita. Nessuno fiatò e la pellicola, nel frattempo, è passata più volte sulla Rai negli spazi protetti, diventando un cult». Come diceva Andreotti, a pensar male qualche volta ci si azzecca. Ecco, quindi, che “Olè”, prodotto dalla Medusa di Silvio Berlusconi, potrebbe persino assurgere a caso politico. E il derby con “Natale a New York”, pellicola con De Sica, alimenta le tensioni. Massimo Boldi, però, prende le distanze da questa tesi. «È soltanto una presa di posizione di quattro parlamentari, non la vedo come un’iniziativa politica. Questi signori soffrono di pregiudizi di ordine morale, non ideologico. È una polemica stupidamente gratuita. Poi mi chiedo: come si permettono di sostenere queste cose senza aver visto il film?». Strano, però, che il bubbone sia scoppiato due giorni prima dell’uscita del film. «Sono cose che mi riguardano marginalmente, la risposta migliore l’ha già fornita Carlo Vanzina che, con il fratello Enrico, ha sceneggiato il film. Forse queste quattro persone (delle quali peraltro non avevo mai sentito parlare prima d’ora) non hanno veramente altro a cui pensare. O forse hanno trovato una maniera per far parlare di sé». Quando ha letto parole così dure contro “Olè”, come ci è rimasto? «Male, tuttora sono molto dispiaciuto. Vorrei che questi signori dell’Unione si ricredessero. Forse non hanno figli o nipoti attratti dalle risate che questo tipo di film genera. Devono avere più rispetto del lavoro altrui. Io non mi sono mai permesso di criticarli, di chiedere cosa stanno facendo per il Paese quando sono in Parlamento». C’era cattiveria nelle parole di questa banda dei quattro? «No, penso sia soltanto un’iniziativa gratuita. Enrico Vanzina mi ha raccontato che suo padre, il grande Steno, quando girò negli anni Cinquanta “Guardie e ladri” con Totò e Aldo Fabrizi, fu attaccato da molti politici. Sostenevano che un poliziotto e un malvivente non potevano diventare amici, davano il cattivo esempio. Mezzo secolo dopo, gli stessi pregiudizi». Un film, il suo, che nasce sotto cattivi auspici? «Al contrario. Martedì sera il ministro Oliviero Diliberto, che non è certo di destra, mi ha fatto i complimenti. Ha detto di preferire i miei film a quelli di Antonioni, ribadendo che io giro pellicole per gli operai, per tutti quelli che vanno al cinema e desiderano trovare un momento di svago e di sana serenità». Altri che hanno speso parole di apprezzamento? «Enrico Mentana. Ha detto che “Olè” gli ricorda un film di Walt Disney. Bello, proprio nel primo Natale senza film targati Disney». Lei ha girato poche pellicole serie in carriera. Ricordiamo “Festival” di Pupi Avati e pochi altri. Perché? «Alt, per me non esistono film seri o meno seri. Possono essere di genere comico, drammatico, giallo, di guerra o avventuroso… Anche le storie che fanno ridere hanno una loro serietà. I film si dividono in lavori riusciti e in altri meno». Quando un film è riuscito? «Quando regala due ore di serenità a tutta una famiglia. Quando chi paga sette-otto euro ha la garanzia di non prendere una fregatura. Sono trent’anni che lavoro per una nuova generazione, di bambini o di grandi rimasti bambini. È una grande soddisfazione». Come si è trovato con Vincenzo Salemme dopo vent’anni con De Sica? «Da Dio. Ci siamo capiti subito. Con lui penso di aver cominciato una seconda carriera. Ho dimostrato a me stesso e agli altri che posso lavorare bene anche senza l’amico Christian». Amico? «Certo. Vorrei sgombrare il campo da tutti gli equivoci che sono nati negli ultimi tempi. Io sono amico di De Sica, lo stimo e sono contento di aver fatto tanti film di successo con lui. Hanno ricamato sopra strane e assurde storie tra noi». Parole di circostanza? «No. L’altro giorno eravamo insieme per scambiarci gli auguri. In questi due film natalizi ci esprimiamo separatamente sullo schermo, una scelta che farà bene a me e a lui. Ci siamo salutati così: questo Natale 2006 porterà bene a entrambi». In futuro tornerete a lavorare insieme? «Questo non lo sappiamo nè io nè Christian». Ci tolga una curiosità: la batteria la suona meglio Max Cipollino o Carlo Verdone? «Io, garantito. Lo chieda a Teo Teocoli… Nel film “A spasso nel tempo” ho interpretato anche Ringo Star». Una battuta di un suo film da tramandare ai posteri? «A inizio anni Novanta interpretavo un giudice in “SPQR”, una storia su una tangentopoli ante-litteram nell’antica Roma. A un certo punto, De Sica, nei guai, mi spronava: decida qualcosa, lei è un magistrato! E io sbottai tranquillo: Ma… un giudice non deve mai giudicare!».
Il comico Massimo Boldi. Il suo ultimo film, “Olè”, è finito nel mirino della sinistra


LA TRAMA


VIAGGIO IN SPAGNA Archimede e Salvatore, sono due insegnati del Liceo Giuseppe Verdi di Milano, che una decina di anni fa, hanno avuto uno screzio per via del fatto che entrambi corteggiavano la stessa donna, Margherita, una loro collega, sedotta e subito abbandonata da Salvatore. BISTICCI DA CATTEDRA La ruggine tra i due é ancora presente e sia l’uno sia l’altro non si risparmieranno dispetti durante una gita con i loro studenti in Spagna. Qui la vicenda che li vide rivali anni prima, si ripeterà quando incontreranno una classe di studenti americani, accompagnati da una bella professoressa detta Maggie. L’IMMANCABILE LIETO FINE Dopo una serie di vicende, in cui si intrecceranno diverse storie, si arriva ad un lieto fine dove ogni protagonista otterrà ciò che desiderava tanto…

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