Il diciottenne ha steso l’Arrone con una doppietta: “Mia madre non ci credeva”
NICOLA AGOSTINI
BASTIA UMBRA – Bastia-Arrone. Minuto 14: angolo di Bordichini, colpo di testa ad incrociare e palla in rete. Minuto 34, tocco di Marchetti, disimpegno errato di Rossetti e bolide di destro che si infila alle spalle di Grilli.
Cronaca di una domenica che Marco Paparelli difficilmente dimenticherà. All’esordio dal primo minuto l’attaccante cresciuto nel Bastia, 19 anni compiuti il 17 febbraio, ha lasciato il segno con una doppietta da amarcord contro la capolista. “Ancora faccio fatica a crederci. È stata un’emozione unica. Per un bastiolo come me poi – spiega Paparelli – poter festeggiare due gol correndo verso i Mad Boys è stato bellissimo”. La prima telefonata a fine partita chi te l’ha fatta? “Mia madre che non ci credeva”. Cosa hai pensato quando è arrivato quel traversone di Bordichini? “Mi sono detto solo che dovevo provarci. Era un assist troppo invitante. Per fortuna è andata bene nonostante il colpo di testa non sia una delle mie armi migliori. Il secondo gol? Lì mi sono sentito più sicuro. Avevo la palla sul destro, il mio piede, non potevo e non dovevo sbagliare”.
1 metro e 86 per 76 kg, hai tutte le caratteristiche della prima punta. “Infatti è la posizione nella quale mi trovo meglio anche se pur di giocare mi adatterei a qualunque ruolo. Nel settore giovanile del resto ho giocato dappertutto, anche in porta”. Un modello di attaccante? “Non posso non dire Toni anche perché Frontani, il mio allenatore della Juniores, per caricarmi mi chiama proprio Toni”. In comune con il bomber viola Paparelli ha proprio il numero di gol. L’attaccante bastiolo infatti è il capocannoniere del girone A1 della Juniores con 22 reti realizzate senza battere neanche un rigore. “Quest’anno sto segnando parecchio. Speriamo di continuare così. Fra l’altro a fine partita mi si è avvicinato Pellegrini dell’Arrone rimproverandomi del fatto che con loro faccio sempre due gol. Era successo infatti anche due sabati fa con la Juniores. Pellegrini era in campo con l’Arrone ed era finita sempre 4-1 “. Si parla di una tua possibile convocazione in rappresentativa. “Magari. Comunque restiamo con i piedi per terra”. Avevi già sentito un po’ il clima dell’Eccellenza giocando all’andata contro il Città di Castello. “Sì era mi è servito per capire che per giocare in questo campionato ci vuole una grandissima concentrazione”.
Quando hai saputo che saresti sceso in campo dal primo minuto? “Mercoledì. De Nigris mi si è avvicinato durante l’alenamento e mi ha detto che avrei giocato e che dovevo solo impegnarmi al massimo e fare le cose che sapevo fare. Ho cercato di allenarmi bene e una volta sceso in campo, grazie anche ai consigli dei miei compagni, è stato tutto più facile. Campese in particolare mi ha aiutato molto”.
Ti aspetti di rigiocare domenica? “Me lo auguro ma non sarà facile. Dovrò impegnarmi al massimo in settimana per cercare di convincere il mister. Chissà, vedremo”. A chi dedichi i due gol? “Il primo a mio fratello Mirko che è tornato da Pescara apposta per vedermi giocare, il secondo invece alla mia famiglia e a Lucia, la mia ragazza”.
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