Due rumeni a giudizio per rapina, estorsione e minacce: la chiamavano “tassa sulla tranquillità”
di UMBERTO MAIORCA
ASSISI – La chiamavano la “tassa sulla tranquillità”, ma non era altro che il “pizzo” per poter elemosinare davanti alla basilica di Santa Maria degli Angeli. Due rumeni, difesi dagli avvocati Giuseppe Gasparri, Francesco Fiorelli e Gianni Dionigi, sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di estorsione, rapina, minacce e lesioni.
I due rumeni, secondo la ricostruzione dei carabinieri che raccolsero le denunce dei mendicanti, erano arrivati all’improvviso e avevano iniziato a dettare legge e seminare il terrore. Erano loro due a decidere chi poteva mendicare in piazza, indicando anche i luoghi dove i questuanti si potevano piazzare. Più pagavano di “pizzo”, migliore era il posto.
Chi non voleva pagare finiva male. Un disabile sulla carrozzina, ad esempio, era stato aggredito, picchiato e minacciato con un coltello. alla fine i due si erano impossessati del marsupio contenente 350 euro. In un altro caso avrebbero scacciato con violenza una persona con le stampelle perché si era messa troppo in vista, in un posto che non le spettava sulla base di quanto aveva in precedenza pagato. I fatti risalgono al 2005 e i carabinieri avevano fermato i due rumeni dopo le segnalazioni e le denunce degli altri mendicanti che non volevano sottostare alla “tassa sulla tranquillità”.
Il giudice per l’udienza preliminare ha disposto il rinvio a giudizio per entrambi per i capi d’imputazione contestati. Nella relazione di servizio dei carabinieri, inoltre, si fa presente che da quando è entrata in vigore l’ordinanza “antielemosima” il fenomeno davanti alla basilica è scomparso.