Bartolini interviene sulla vicenda angelana
ASSISI – La piazza di Santa Maria degli Angeli al centro del dibattito politico: dopo le precisazioni di Antonio Lunghi, arrivano quelle di Giorgio Bartolini, che ritiene “grave la dichiarazione d’intenti approvata nell’ultimo consiglio, perché, più o meno intenzionalmente, mira a togliere ai cittadini la possibilità di compartecipare responsabilmente alla gestione di spazi che da sempre sono pubblici e, in quanto tali aperti alla fruizione della collettività locale e di quanti vengono ad Assisi da tutto il mondo. Gli angelani – scrive il candidato di terzo polo e liste civiche – senza la basilica e il convento nemmeno esisterebbero, ma allora, piuttosto che espellerli dalla gestione di questo spazio pubblico, occorre renderli sempre più corresponsabili attraverso il miglioramento delle apposite convenzioni con il Comune che dovrebbero garantire la sicurezza e il decoro dei luoghi. Ricci e Lunghi lascino perdere queste iniziative spericolate e demagogiche in piena campagna elettorale e si dedichino piuttosto al miglioramento ambientale, e stanzino dei fondi (a oggi assenti nel bilancio 2011) per la manutenzione dei giardini e sagrato”. E laddove Lunghi afferma che, in caso di volontà di recintare la piazza, il Comune potrebbe sempre cambiare i termini della convenzione, Bartolini ribatte che “una volta ceduta la proprietà della piazza, i nuovi eventuali proprietari difficilmente potrebbero essere condizionati dall’ente pubblico: solo non cedendo la piazza ci sarebbe la certezza della non recinzione”. Per l’ex vicesindaco, la ‘doppia proprietà’ della piazza “è il segno della profonda compenetrazione tra i cittadini e la comunità religiosa, la quale da sempre sostiene e stimola efficacemente questo nostro territorio. Ridurre tutto al solo problema della proprietà delle piazze rischia di far dimenticare che nella nostra città la corresponsabilità nella gestione degli spazi sacri è sempre stato il segno di una più generale condivisione di grandi ideali, nel tentativo, riuscito, di far crescere la comunità civile, rispettando l’ambiente e l’identità storica dei luoghi francescani che abbiamo il compito di conservare e mettere a disposizione dell’umanità intera, tutti insieme”.

Corriere-2011-04-15-pag23

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