La “Fabbrica Conserve Alimentari Lolli”

Di Francesco Fratellini

BASTIA UMBRA- Era la ciminiera a lanciare il segnale.
Ogni anno quando veniva tolto il cappello alla ciminiera del Conservificio Lolli, si accendeva la caldaia e il fumo che saliva verso il cielo era un richiamo per le famiglie bastiole e dei paesi limitrofi. Tutti capivano che oltre a coloro che lavoravano fissi nella “Fabbrica Conserve Alimentari Lolli” potevano aggiungersi molti altri stagionali. Stiamo parlando di circa 80 anni fa; subito dopo la fine della prima guerra mondiale, precisamente nel 1924, Luigi Lolli, impiantò a Bastia la fabbrica che contribuì a favorire lo sviluppo dell’attività industriale nella nostra città, iniziando a distribuire quella ricchezza che venne utilizzata dai bastioli per innescare quel percorso virtuoso che ha portato la nostra imprenditoria ai primi posti per intraprendenza e capacità. Il flusso di denaro circolante in questa zona ha contribuito anche alla caratterizzazione del tessuto commerciale che ancora oggi risulta tra i più completi e dinamici della regione.
Una delle caratteristiche importanti del conservificio, era la destinazione del prodotto finito che per circa l’80% veniva venduto all’estero (Inghilterra, Germania, Svizzera, Belgio, Svezia, Norvegia, Colonie francesi e Stati Uniti) e ciò rappresentava un importante introduzione di ricchezza nel tessuto economico locale.
La crisi finanziaria del 1929 con l’America alle prese con 17 milioni di disoccupati e la qualità scadente delle conserve di pomodoro che molte aziende di allora esportavano, indussero gli Stati Uniti ad introdurre rigorosissimi controlli di qualità. La produzione del Conservificio Lolli, a differenza delle altre, passò per il 70%, il restante 30% venne respinto. Il provvidenziale intervento del figlio del titolare, Lanciotto che si recò precipitosamente in Tunisia, riuscì a piazzare la parte della fornitura che stava rientrando dall’America, evitò il disastro economico e le navi dirette in Italia fecero rotta per le colonie francesi dove scaricarono il prodotto.
Nel 1933 Il comm. Lanciotto Lolli assume la direzione dell’azienda ed inizia un percorso di ammodernamento ed espansione della fabbrica che passa dalle caldaie in rame a quelle in acciaio favorendo un grosso risparmio energetico e una migliore qualità della conserva grazie ad una minore temperatura usata nella cottura che permette un mantenimento delle qualità organolettiche e un colore rosso vivo del prodotto.
Lo stabilimento raggiunge la massima capacità produttiva nel 1955 con una capacità di lavorazione di 3 mila quintali al giorno di pomodori dando lavoro a 50 persone fisse più 350 stagionali che in tre mesi potevano guadagnare ciò che permetteva la tranquillità economica o quel surplus da spendere per migliorare le condizioni di vita. Già da allora il comm. Lanciotto intuì che per vincere la sfida del mercato, si doveva puntare sulla qualità e diede il via alla produzione sperimentale del succo di pomodoro bevibile in bottiglietta che riscontrò un grande successo soprattutto nei paesi anglosassoni lasciando intravedere per la “Salsa e Conserva Lolli” un futuro di successi. Già allora si parlava della possibilità di immagazzinare il surplus invernale delle acque del fiume Chiascio in bacini collinari per ridistribuire poi a scopo irriguo in estate nella nostra pianura per migliorare in qualità e in quantità la produzione del pomodoro e del tabacco.
Da allora è passato mezzo secolo, ma quell’acqua non riesce ad irrigare i campi.

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