Bastia

Casa di riposo fai da te Indagini ancora in corso

C’era anche un’anziana di 103 anni

Mancherebbe il permesso anche se l’assistenza era buona


BASTIA UMBRA – C’era anche un’anziana di 103 anni tra i sei ‘vecchietti’ trovati giovedì all’ora di pranzo nell’appartamento di Bastia Umbra, dove i carabinieri del Nas di Perugia, in collaborazione con i colleghi della stazione di Bastia, hanno scoperto l’esistenza di una “casa di riposo fai-da-te” dove gli attempati ospiti erano tenuti.
Una struttura, hanno accertato le indagini continuate questa mattina, che non aveva quasi nulla da invidiare alle case di riposo ‘in regola’, se non che mancavano le necessarie autorizzazioni di comune e Asl, i requisiti di assistenza sanitaria e la conformità agli standard edilizi imposti dalla legge (assenza di strutture adeguate alla cura degli anziani non autosufficienti): a dispetto delle ‘irregolarità’, l’attività era comunque bene avviata, soprattutto grazie al passaparola di persone che consigliavano, la struttura per la poca spesa e la grande cura degli anziani. Secondo quanto avrebbero ricostruito finora le indagini congiunte dei carabinieri del Nas, capitanati dal luogotenente Orazio Pellegrini, e dei militari della compagnia di Bastia Umbra, a lasciare gli anziani presso le tre donne, nonna, mamma e figlia, erano soprattutto persone con impegni lavorativi tali da non consentire un’adeguata assistenza dell’anziano parente.
E dove mancavano i requisiti amministrativi, hanno appurato le indagini, suppliva la conoscenza del genere umano e delle necessità degli anziani da parte delle tre donne, tant’è che l’anziana signora 103enne si sarebbe, a dispetto dell’età, fortemente opposta all’idea di dover lasciare la struttura. Le indagini dovrebbero concludersi entro la prossima settimana, quando gli atti verranno consegnati alla magistratura, per le tre donne, al momento, si profila la possibilità di un illecito penale, avendo violato l’articolo 193 del regio decreto del 27 luglio 1934, n. 1265, ossia l’esercizio abusivo di attività soggetta a vigilanza sanitaria, secondo cui “nessuno può aprire o mantenere” alcuna attività di carattere ‘medico’ “senza speciale autorizzazione del sindaco”.
Oltre alla parte squisitamente “amministrativa”, i militari dell’arma stanno anche cercando di capire quanti anziani siano ‘transitati’ nella ‘casa di riposo’, e a quali tariffe (in città si parla di un migliaio di euro al mese, cifra variabile a seconda del grado di assistenza richiesto dall’anziano).
“Per quanto riguarda gli anziani bastioli trovati nella struttura – fa sapere l’assessore ai servizi sociali, Nadia Cesaretti – tutti stanno bene e sono stati riaffidati alle loro famiglie o in una casa di riposo: fermo restando che nessuno degli ‘ospiti’ non è stato in alcun modo maltrattato, fatti come questi mettono in evidenza come nel territorio ci sia un’evidente difficoltà da parte di alcune famiglie di provvedere alla cura degli anziani”.
Non è la prima volta, nella nostra regione, che vengono scoperte strutture di cura per anziani che sono assolutamente prive di autorizzazione e per questo del tutto fuori legge, anche se l’assistenza può essere considerata buona.
Flavia Pagliochini

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