«CASA CHIARA senza soldi rischia di perdere la sede» è il titolo dell’articolo pubblicato lunedì scorso in cronaca che, pur sintetico non fa una grinza rappresentando la possibile realtà. Invece, secondo l’ex presidente di Casa Chiara la dottoressa Maria Giuseppina Fiorucci, si tratterebbe di errore grossolano non avendo operato la distinzione tra l’associazione, che gode ottima salute finanziaria, e la confraternita S.S. Sacramento proprietaria dell’immobile di cui il parroco è il legale rappresentante, che invece ha un debito rilevante che oggi fatica a fronteggiare. Casa Chiara è solo l’associazione beneficiaria del comodato d’uso degli spazi a piano terra della palazzina concessi dalla confraternita gratuitamente e per i quali il parroco don Giuseppe ha chiesto di fare un piccolo sacrificio trasferendo i locali dell’associazione al primo piano. L’obiettivo è poter affittare i locali al piano terra che renderebbero un canone annuale di 15mila euro. Lo stesso parroco nella lettera ai soci di Casa Chiara ricorda che se questa ipotesi non si verificasse in tempi rapidi sarebbe a rischio il futuro dell’immobile soggetto a possibile pignoramento qualora il mutuo non potesse essere pagato (importo annuale di 30mila euro). Ruoli distinti certamente sì tra associazione e parrocchia, ma destini comuni, cara dottoressa Fiorucci e, come lei stessa auspica, soggetti a soluzioni che possono essere trovate insieme intorno ad un tavolo e alla luce del buonsenso.
Nazione-2010-07-23-Pag10