Bastia

Carne avariata venduta e servita al ristorante

A Orvieto pescheria vendeva prodotti ittici “taroccati”, denunciato il titolare


Il Nas ne sequestra 750 chili: ileciti anche in un laboratorio


LUCA FIORUCCI


PERUGIA – Carne avariata, mal conservata. Venduta ai supermercati o servita in tavola. Sono 750 i chili sequestrati dai carabinieri del Nas di Perugia nel corso di due distinte operazioni. Una in un ristorante cinese del centro di Perugia, il terzo ispezionato e trovato non in regola con la legge nell’arco di due mesi, l’altra in un laboratorio di lavorazione carne. Era scaduta da tempo e conservata in maniera non adeguata la carne , 50 chili, trovata nella cucina
del ristorante, carne di vario tipo utilizzata per le pietanze e presumibilmente già utilizzata per soddisfare le richieste della clientela. Anche se, fortunatamente ma anche stranamente, sostengono gli inquirenti, nessuno si è sentito male dopo aver consumato pietanze preparate con questi ingredienti. Di conseguenza è scattata la denuncia per il titolare dell’esercizio dove sono state riscontrate anche numerose carenze dal punto di vista igienico sanitario e strutturali. A questo si aggiungono poi infrazioni di tipo amministrativo e la mancata compilazione delle schede del manuale di autocontrollo.
Settecento invece i chili sequestrati in un laboratorio di carni di Bastia. Queste venivano conservate nonostante fosse scaduto il limite per la sua qualità. Numerose inoltre le carenze igienico sanitarie e strutturali nel laboratorio, l’anello della catena di distribuzione e lavorazione che dal macello arriva al supermercato o ai ristoranti. Carne, sia fresca che trasformata in salumi e affettati, insomma ormai vecchia che veniva comunque rivenduta nonostante fosse potenzialmente pericolosa per la salute. I controlli del Nas, comandato dal luogotenente Orazio Pellegrini, hanno inoltre portato alla denuncia del proprietario di una pescheria di Orvieto per frode alimentare. In pratica il pesce venduto veniva spacciato per una qualità superiore e una provenienza diversa, quindi di costo maggiore, rispetto alle reali. Molti dei prodotti ittici inoltre venivano conservati utilizzando congelatori di tipo domestico invece di essere stipati nelle celle frigorifere corrispondenti ai canoni stabiliti dalla legge. Sempre nel campo alimentare, al setaccio anche le pasticcerie di tutta l’Umbria. Delle 60 controllate, il 40% è risultato essere non in regola. Trascuratezza nella conservazione ordinaria, creazione di laboratori senza autorizzazione e in luoghi non adatti, vendita di prodotti scaduti, carenze igieniche e vendita di alimenti senza le indicazioni di legge. Questi i reati più frequenti.
Nell’ambito dell’attività dell’ultimo mese, denunciato anche il titolare di un residence ristorante che aveva ampliato la propria attività senza i requisiti. Denunciati infine anche i titolari di due centri estetici, a Perugia e Corciano, operanti senza l’abilitazione del personale e senza i requisiti strutturali.

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