Lavoro nero 
 
BASTIA — «Guerra senza quartiere» al lavoro nero per tutelare i lavoratori, ma anche per rilanciare lo sviluppo economico. E’ quanto sostiene la Cgil che ha presentato la «campagna d’autunno» chiedendo la riattivazione dei «tavoli» territoriali, ritenuti indispensabili per agganciare il treno della ripresa. Dati ufficiali non ce ne sono, ma le stime valutano in 45mila le posizioni fuori legge nella provincia di Perugia e almeno 5-6mila nel comprensorio Bastia-Assisi, dove le attività principali sono quelle dei servizi e in particolare quelli turistici. Un’analisi della Confcommercio di alcuni anni fa rivelava che su 2.300 addetti al settore turistico quelli regolari erano appena 700. E’ quanto sottolineato dai dirigenti Cgil: il segretario provinciale Mario Bravi, Filippo Ciavaglia, Francesco Bartoli e i rappresentanti Spi Giancarlo Grandi e Franco Fratini. «Abbiamo scelto l’area Assisi-Bastia, una zona con intensa densità abitativa — ha detto Bravi — e anche con un vivace sviluppo economico, che ora necessita di maggiore stabilità per garantire una tendenza reale». L’obiettivo primario della Cgil è quello di rivitalizzare i piani territoriali e tematici, ultimamente marginalizzati, per riprendere il dialogo con le istituzioni, i Comuni e le associazioni imprenditoriali, improntati però ad estrema concretezza. Saranno coinvolte anche le Città, non in senso campanilistico, ma con un’azione integrata per costruire il nuovo Welfare. «Siamo convinti — hanno detto i sindacalisti — che la lotta al lavoro nero contribuirà non solo ad una maggiore equità, ma anche a collegare le eccellenze esistenti, in particolare l’attività turistica per superare il limite del ‘mordi e fuggi’».
m.s. 

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