Bastia

Cambio al vertice: arriva Brozzi

 FERROVIA CENTRALE UMBRA 
  
 Dovrà ridare coesione all’azienda e rilanciare le relazioni sindacali
 
 
 di WALTER RONDONI


PERUGIA – Cambiano i vertici alla Ferrovia Centrale Umbra. Martedì prossimo Vannio Brozzi, ex ferroviere, ex sindaco diessino di Bastia, soprattutto fiduciario del presidente della giunta regionale Maria Rita Lorenzetti, dovrebbe insediarsi a Largo Cacciatori delle Alpi, occupando la poltrona dell’attuale numero uno, Sergio Orsini.
Brozzi avrà il compito di varare la nuova società per azioni ed il relativo consiglio di amministrazione per il quale non è marginale l’interesse dei partiti (sarà lo zuccherino riservato a trombati eccellenti?) e del quale diventerà il presidente. Impegno di per sè gravoso, non l’unico e, forse, non il più complicato.
La Fcu sta attraversando uno dei momenti peggiori della sua storia recente, priva com’è di una struttura portante. Tra i vari uffici mancano collegamento e collaborazione; qualcuno gioca su tavoli distinti e conflittuali; altri hanno occupato indebitamente spazi non loro. Una situazione a tinte fosche, anticamera del collasso. Tra dirigenti e dipendenti sono venuti meno la fiducia e la coesione necessarie per remare insieme verso un solo obbiettivo.
«Se in un ambiente come il nostro mancano unione e spirito di corpo va tutto a rotoli», puntualizzava tempo addietro un capotreno. Nè migliore è il quadro dei rapporti sindacali, tesi e da riallacciare.
La Rsu paga la mancanza di un coordinatore autorevole e finora è stata incapace di smussare gli angoli tra i diversi settori operativi. Allora sempre più spesso la voce delle maestranze è quella della sigla autonoma rappresentativa del personale di macchina e di un gruppo spontaneo desideroso di portare alla luce del sole malumori e conflittualità interni.
Da ricostruire l’immagine pubblica, compreso il confronto con l’agguerrito comitato dei pendolari altotiberini che attende di illustrare le proprie necessità ai nuovi referenti.
I lavori sulla linea stanno provocando intralci e problemi. Ma non appare facilmente spiegabile (o forse sì…) che in presenza di circostanze uguali oscillano i ritardi con sforamenti da Guinness anche di venti minuti sull’ufficialità.
E quando la sottolineatura del disservizio non viene dall’orologio ci si mette l’influenza. Così la settimana scorsa per sostituire alcuni capitreno tenuti a letto dalla febbre sono stati spediti in cabina altrettanti capistazione. Questioni di sicurezza, rimarcate da una circolare interna, impongono che il macchinista venga sempre affiancato da un “navigatore”. Quattro occhi vedono meglio di due.
Niente da dire (anzi…), non fosse per la confusione scoppiata tra i passeggeri. Da un lato quelli cui è stata negata la possibilità di essere a posto con il pagamento e la regolarizzazione del biglietto; dall’altro gli immancabili “portoghesi” che hanno avuto l’ennesimo vantaggio per viaggiare gratis.

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