Non è solo l’inserimento nella lista dei beni immateriali mondiali a tener banco
In ballo il riconoscimento dell’Unesco e il nuovo presidente
ASSISI- Si è aperta ieri la fase partecipativa della candidatura del Calendimaggio nella lista dei beni immateriali del patrimonio mondiale Unesco: a fare gli onori di casa il sindaco Claudio Ricci, l’assessore Leonardo Paoletti, il presidente dell’ente Calendimaggio Salvatore Ascani e i due priori Valeria Pecetta (Nobilissima Parte de Sopra) e Delfo Berretti (Magnifica Parte de Sotto) e la professoressa Paola Falini che ha coordinato i lavori. Scarsa però la partecipazione del pubblico colpa non solo di un evento simile svoltosi pochi giorni fa – i festeggiarnenti del decennale di Assisi elevata a patrimonio dell’umanità – ma anche delle festività natalizie. Non è escluso inoltre che a pesare sia stato anche lo stallo sul nome del nuovo presidente dell’ente Calendimaggio: è di pochi giorni fa la lettera aperta di un gruppo di cittadini, che hanno scritto al Sindaco per ricordare come l’attuale consiglio – uscente. – si limita a svolgere l’ordinaria amministrazione, mentre si avvicina il termine ultimo per una programmazione quanto meno efficiente della manifestazione, ossia ridiscutere e rinnovare i contratti, organizzare gli eventi e le manifestazioni collaterali, innescarescare e dirigere un processo di rinnovamento che possa dare nuovo impulso alla festa”.
Ieri si è però parlato di Unesco, e il sindaco ha ricordato come sia numericamente indietre nella lista dei beni immateriali, tant’è che è stato lo stesso ministero a chiedere al Calendimaggiogo di diventare “un esempio di medioevo nel mondo in virtù
dell’eccezionale qualità nel ricreare la cultura dell’epoca’. Per far questo, oltre al fascicolo, è necessario che il Calendimaggio si doti anche di un archivio organico di tutto il materiale (il ‘polo’ sarà probabilmente organizzato a Palazzo Vallemani) e più in generale si dovrà pensare alla tutela diretta (ricerca, documentazione scritta, audio e visuale) e indiretta (ossia la la tutela dell’ambiente naturale, del paesaggio agrario e rurale che ne definisce il contesto di produzione e ri-produzione). “Si tratta di un impegno gravoso e di una grande responsabilità”, hanno ricordato Paoletti e Ascani, mentre Berretti e Pecetta hanno sottolineato l’importanza di questo
momento storico: il riconoscimento Unesco sarebbe l’ufficializzazione della qualità del
lavoro svolto da tutti quelli che si occupano di Calendimaggio.”Vorrei ringraziare – ha aggiunto poi il priore della Magnifica – chi si è occupato sin dal principio di questa candidatura, la professoressa Falini ma anche il sidaco Ricci e l’assessore Paoletti”.
Sarebbe un ulteriore grosso colpo mecliatico di livello internazionale per la città di Assisi soprattutto se poi la candidatura avesse davvero il successo sperato.

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