L’assessore Paoletti denuncia pubblicamente la forzatura che ha portato al blocco del finanziamento alle Parti
Lo stop sarebbe dovuto alle cattive condizioni degli spazi utilizzati
La Parte de Sotto in una lettera inviata al Comune semina il dubbio della strumentalizzazione politica e parla “di atteggiamento schizofrenico”
di LUCIO FONTANA
ASSISI – Sulle “macchie di cera”scivola la relazione dell’ufficio controllo di gestione e dei vigili urbani, almeno secondo quanto sostiene Leonardo Paoletti assessore al Calendimaggio, che in un comunicato ha portato all’attenzione pubblica la forzatura che blocca il finanziamento alle Parti.
E anche il blocco del contributo comunale al Calendimaggio, a pochi giorni dal rinnovo dei Consigli, fa salire il livello di tensione e ha tutta l’aria, secondo Paoletti, di una strumentalizzazione politica “perché – esornon solo non sono stato informato in qualità di assessore delegato, che l’ufficio stava controllando lo stato delle vie utilizzate per le scene dell’edizione di quest’anno, ma non c’è una prescrizione che subordina – sottolinea Paoletti – l’erogazione de contributo all’accertamento delle buone condizioni degli spaz utilizzati, ma soprattutto perché nella relazione degli uffici sono documentati vicoli che quest’anno non sono stati impegnat per le rievocazioni storiche”, e anche macchie di cera nelle aree limitrofe al Monte Frumentario teatro delle scene della Magnifica di quest’anno, che non sono però attribuibili alla Parte de Sotto in quanto la stessa è in possesso di una documentazione fotografica precedente al Calendimaggio, in cui sono presenti le stessa macchie. “Non è che non debbano essere fatti controlli-continua Paoletti – ne che le parti si possano esimere dall’adempiere ai propri doveri verso la città in termini di ripristino e pulitura dei spazi utilizzati ma se proprio vogliamo dirla tutta ci sono ‘macchie’ ben più evidenti in molte aree del centro storico che sembrano invisibili agli occhi degli uffici e degli organi competenti ma non agli occhi dei turisti e dei cittadini”.
Tra le “macchie” di Paoletti c’è il “Filatoro”, vicolo utilizzato dalla parte de Sotto, dove da oltre due anni una maglia elettrosaldata funge da parapetto, la famosa via della Selva, e piazza del Vescovado . Intanto, sulla “intollerabile attesa” dei fondi è intervenuta anche la Parte de Sotto che in una lettera inviata al Comune semina il dubbio della strumentalizzazione politica in riferimento al “ruolo di un funzionario o assessore che attenderebbe una resoconto dello stato dei vicoli, la cui funzione è priva di risconto fattuale, infatti le verifiche dovrebbero essere effettuate per tutte le manifestazione, monitorando i luoghi utilizzati prima e dopo”.
Infine la lettera bolla come “atteggiamento schizzofrenico” il controsenso di chi strumentalizza la candidatura del Calendimaggio a patrimonio immateriale Unesco “che prima esalta grandemente il valore sociale e culturale della festa, ma poi rifiutandosi di erogare il contributo previsto, rischia di decretarne la fine”. Dunque, la polemica è servita.
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