Bastia

Caccia ai rapinatori e al basista

I carabinieri sulle piste della gang dei “banditi gentiluomini”


Rilevate molte impronte. Il mistero della Bmw di Colfiorito


Elio C. Bertoldi


BASTIA UMBRA – Una banda sui generis. E non solo perché i suoi componenti si sono comportati con tratti umani, da gentiluomini, (non hanno maltrattato  signora Eleonora, né i suoi due figli di 17 e 13 anni e prima di chiuderli in una stanza, hanno anche lasciato loro, con un gesto di delicatezza, una bottiglia d’acqua), ma perché alcuni comportamenti tenuti dai tre non sono in linea con i precedenti degli assalti in villa. I nomadi che assaltarono il cascinale dei Masciolini (massacrando di botte sino ad ucciderlo il proprietario) a Ospedalicchio di Bastia Umbra agirono a volto scoperto, come quelli che entrarono della canonica di don Giuseppe Valigi a Cordigliano (anche lui ammazzato a pugni e calci). Perché, dunque, quei passamontagna? Il sospetto è che qualcuno di loro avesse avuto a che fare con la famiglia Bertolini. E che potesse correre il rischio di essere riconosciuto. Uno dei tre, tra l’altro, è rimasto sempre in silenzio. Perché? Temeva che si scoprisse la lingua che parlava o che si riconoscesse il timbro della sua voce? I carabinieri, che stanno dando la
caccia ai tre banditi (ma potrebbero anche essere quattro o cinque con l’autista e con l’appoggio logistico), non escludono che comunque la banda abbia ricevuto l’input per il colpo da qualcuno che conosceva piuttosto bene le ersone e l’ambiente di Costano.
Al comando di via Ruggia (le operazioni sono coordinate dal comandante provinciale Carlo Corbinelli e operativamente sono al
lavoro il tenente colonnello Sepiacci e ì capitani Izzo e Arena, quest’ultimo con la compagnia di Assisi, con i loro uomini migliori) stanno lavorando con con grande impegno e anche se affermano di muoversi, al momento, “a 360 padri è Probabile che qualche elemento di conoscenza ce l’abbiano già. Magari proveniente dalle impronte dattiloscopiche rilevate nella villa o dalle orme lasciate dalle scarpe sporche di fango dei rapinatori e sequestratori, che hanno attraversato un campo arato prima di entrare nel giardino della villa, ornata con grandi statue in stile classico.
Un altro elemento che gli inquirenti stanno cercando dì approfondire è se la Bmw, risultata rubata a Corciano e incappata in un controllo dei carabinieri sulla 77 Val di Chienti tra Colfiorito e Annifo, intorno alle 23 della notte, possa essere stata utilizzata per la rapina a Villa Novanta. L’ora risulterebbe compatibile. E nella vettura sarebbe stato trovato del fango che ora verrà comparato dagli esperti del Ris. Nel bagagliaio della vettura anche arnesi atti allo scasso. Quando la vettura è entrata nel mirino di un equipaggio del radiomobile della compagnia di Foligno, due losche figure si sono date alla fuga, dileguandosi nel buio e per i campi. Le ricerche, effettuate anche con l’ausilio di un elicottero, non hanno dato esito. Certo, potrebbero essere stati ladri pronti a mettere a segno un furto in zona, ma potrebbero essere stati due componenti della gang che stavano facendo rientro nelle loro basi (nelle Marche o in Abruzzo).


Il racconto In casa Bartolini situazione più tranquillità


Torna la serenità: i ragazzi a scuola


Alberta Gattucci


BASTIA UMBRA – “Già da questa mattina i ragazz sono regolarmente tornati a frequentare le lezioni scolastiche e nel pomeriggio ci siamo riuniti per sfogliare insieme la rassegna stampa; abbiamo notato la differenza tra versioni più o meno veritiere dei fatti, ma soprattutto abbiamo sdrammatizzato il tutto, cercando di stabilire quale fosse la foto in cui mio marito fosse venuto meglio” – la voce di Eleonora Polinori ieri eri senza dubbio più serena. La giovane donna, che la sera di martedì 15 è stata colta di sorpresa da tre ladri nel giardino di casa sua e poi rinchiusa in una stanzi insieme ai due figli di tredici e diciassette anni mentre i malviventi compivano il furto, trasmette la sensazione di essere distesa, per quanto possibile, portando con sé anche le manifestazioni di affetto di una comunità che si è stretta subito intorno alla famiglia Bartolini. “Ieri le forze dell’ordine hanno finito di effettuare i rilievi in casa, oggi è venuta a farci visita anche la squadra di indagine di Foligno. Gli elementi da approfondire ci sono e le indagini sono in corso; l’ultima cosa a cui penso in questo momento-è quella di recuperare il bottino” – è questo il quadro complessivo con cui la signora Polinori descrive la situazione attualmente in corso a Villa Novanta, la residenza nella quale dimora insieme al marito, Maurizio Bartolini, e ai due figli. “E’ normale che un po’ di paura si faccia ancora sentire, specie nelle ore crepuscolari – ammette con onestà la giovane donna – ma tutta la mia famiglia è stata in parte rasserenata. Il particolare dispiegamento delle forze dell’ordine e delle questure di diversi comuni ci ha fatto sentire protetti. Quello che mi auguro è che le indagini permettano che casi del genere non si ripetano, per il bene non solo della mia famiglia ma di tutta la comunità”.

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