Bastia

Bufera in casa dei Comunisti italiani, si dimettono sette membri del direttivo

Polemiche a Bastia. Tra le motivazioni le scelte efettuate da Massimo Geoli



BASTIA UMBRA – Terremoto in casa dei comunisti di Bastia. Sette membri del direttivo hanno infatti rassegnato le dimissioni dall’incarico pur rimanendo iscritti al Pdci nella speranza che “il deficit di democrazia che regna all’interno della sezione bastiola non appartenga al partito”.
Tra i dimissionari figura il segretario della sezione Enrico Angeletti, il vice Stefano Pastorelli, il responsabile organizzativo del partito Gianni Lini,
l’addetto stampa Elvisio Bellocci, Ferdinando Tosti, Alessandro Fioretti e Franca Catarinangeli membri del direttivo. Alla base della decisione una situazione che viene definita di estrema difficoltà, già nota peraltro agli regionali e provinciali del partito, fatta di scelte non condivisibili portate avanti – come spiega il segretario Angeletti – dal “padrone” del partito Massimo Geoli, da due mandati consigliere comunale. “Da una parte – dichiara Angeletti – le teorie di Geoli che tutti dovevano accettare, dall’altra il partito da me guidato cercando di conferirgli un profilo autonomo con l’obiettivo di dare soluzione ai problemi dei cittadini. Per non avere ostacoli Geoli ha tentato con ogni mezzo di mettermi a tacere. In due occasioni ha cercato di farmi fuori. L’ultima, in collusione con i vertici del partito, in occasione del congresso di aprile quando Geoli ha portato avanti un tesseramento parallelo a quello che spetta al segretario. Nonostante tutto sono rimasto al mio posto, inattaccabile sul piano etico e politico. Tutto però ha un limite ed è giunto il momento di denunciare pubblicamente la situazione. Geoli in otto anni e mezzo in consiglio comunale non ha prodotto né una mozione né nessun altro atto limitandosi ad avallare tutto ciò che gli è stato proposto dai Ds e dai due sindaci che si sono succeduti”.
L’elenco delle accuse mosse a Geoli dal segretario e condivise dai membri del direttivo che si sono dimessi è molto lungo. Quella che viene definita la più grave risale ad aprile quando il partito aveva deciso la composizione di un tavolo di confronto per fare il punto sulla situazione urbanistica della città e ripartire con scelte condivise.
“L’amministrazione comunale – spiega amareggiato Angeletti – non ha tenuto in alcun conto la proposta ed è andata avanti innescando nella città una serie di contestazioni. Geoli senza dibatterne in sezione e contro quanto deciso dal nostro partito si è schierato a favore dell’amministrazione Lombardi mettendo alla berlina il Pdci. Ora basta”.

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