L’ex sindaco e attuale consigliere regionale a ruota libera in vista di congresso ed elezioni


BASTIA UMBRA – Tra i parlamentari e i dirigenti nazionali e locali della Quercia accorsi al teatro Capranica di Roma per la presentazione ufficiale della mozione Fassino, in vista dell’appuntamento congressuale nazionale previsto per i primi di febbraio, c’era anche lui. Qualche fila dietro la prima, dove sedevano, tra gli altri, Giuliano Amato, Piero Marrazzo, il leader della Uil Angeletti, Michele Santoro, Ettore Scola e Sandro Curzi. “Sono stato tra i primi firmatari del documento poiché è perfettamente in linea con la mia visione riformista della politica”. L’iniziativa di questa sera non è isolata, al contrario stiamo assistendo ad un pullulare di presentazioni in ogni angolo della regione. Un buon segnale? “Queste iniziative sono positive se fatte con l’obiettivo di arricchire il dibattito interno favorendo la conoscenza del documento, sono invece deleterie se, come sta avvenendo in alcuni territori, si trasformano in una passerella dove esibire i muscoli dando vita a prove di forza che portano inevitabilmente a divisioni pretestuose all’interno del partito. Si tratta di un vecchio modo di fare politica in cui non mi riconosco. Spero che alla fine prevalga il buon senso”. Il buon senso prevarrà anche alla fine della sua seconda legislatura in consiglio regionale? “Staremo a vedere, io mi sono sempre messo a disposizione del partito. Lo ho fatto in passato e lo farò anche questa volta. Non ho mai avanzato richieste di candidatura o di collocazione, è stato sempre il partito a cercarmi. Lo ha fatto dopo il mio primo mandato da sindaco di Bastia e dopo la prima legislatura in consiglio regionale. Resterò a disposizione del partito. anche questa volta”. Anche se le chiederanno di farsi da parte? “Sono un uomo di partito”. Quale che sarà la decisione che i Ds prenderanno certo è che non potrà prescindere dalla considerazione che sarà proprio nella terra di Brozzi che si giocherà la vera battaglia dentro e tra gli schieramenti.
Se i boatos di questi giorni non si riveleranno chiacchiere a primavera, le altre forze politiche per le regionali potrebbero calare i loro pezzi da novanta: da Bartolini (Forza Italia) all’Aristei (Liste civiche). A quel punto i Ds potranno fare a meno di Brozzi?

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