Bastia

Brozzi (Pd): “L’ordinanza sulle slot machine va rivista”

BASTIA UMBRA (al.ga.) – Una possibile alternativa alle new slot? Secondo Vannio Brozzi, coordinatore comunale del Pd, la gestione della manutenzione ordinaria delle strutture dei centri sociali del Comune di Bastia Umbra potrebbe risolvere le difficoltà economiche dei gestori. Se questo dovesse accadere,forse a non essere più tanto contente sarebbero le cooperative che operano sul territorio bastiolo
e che si occupano proprio delle operazioni di pulizia e giardinaggio presso le strutture comunali. Tuttavia,il cambio di destinazione d’incarico potrebbe giovare alle economie di coloro che gestiscono i centri sociali, che troverebbero un’alternativa alle entrate che, fino a poco tempo fa, venivano proprio dal consumo che i frequentatori facevano delle macchine elettroniche da gioco. Questo è uno degli argomenti di cui si è discusso nel recente dibattito organizzato dal coordinamento comunale piddino, che sente ancora l’esigenza di approfondire
le conseguenze della decisione,presa mesi fa dal sindaco Stefano Ansideri, di vietare l’utilizzo delle macchine da gioco new slot presso i centri sociali di proprietà del Comune.“Noi non siamo a difendere l’utilizzo delle macchine da gioco -precisa il coordinatore Brozzi – e non vogliamo discutere le motivazioni di una decisione che potrebbe anche essere stata presa a ragion veduta; quello che come partito non possiamo accettare da parte del primo cittadino è l’assenza di alternative offerte ai gestori dei centri,luoghi che da sempre a Bastia Umbra rappresentano e svolgono un ruolo importantissimo dal punto di vista sociale. Nonostante, infatti,la giunta Ansideri abbia convocato un incontro con i gestori in questione,il confronto si è concluso senza aver trovato una possibile alternativa dal punto di vista economico.
Questo caso specifico, inoltre,ci offre l’occasione per notare come questa amministrazione di centrodestra gestisca in maniera poco profiquo i rapporti con le associazioni territoriali in genere. A parte casi sporadici, quali quelli legati a “Il Giunco” o i “Giovani Bastioli”,vediamo partecipare poco le associazioni alla vita cittadina. Addirittura,in alcuni casi, si vanno a inasprire rapporti senza che ve ne sarebbe la benché minima necessità;mi riferisco, ad esempio all’associazione “Casa Chiara”. L’amministrazione comunale, infatti, invece di fare un bando per individuare dei locali nuovi per ospitare il servizio sociale del “Telefono d’Argento” avrebbe potuto chiedere semplicemente alle realtà di coesistere presso i locali della parrocchia, un modus operandi che avrebbe creato nuove sinergie”.

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