Inquietante assalto notturno all’associazione cattolica. Scattano le indagini OTTO BOTTIGLIE ‘molotov’ sono state lanciate all’interno dell’orto dell’associazione cattolica ‘Casa Chiara’, che confina con la chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo nel centro storico di Bastia. E’ accaduto ormai da qualche giorno, nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi causando danni limitati, ma notevole apprensione. Secondo la ricostruzione, infatti, le bottiglie di benzina, di cui sei si sono incendiate, sono state lanciate dal retro della chiesa, nel passaggio aperto al pubblico nel retro della farmacia «Angelini», dove hanno sede anche alcuni studi medici e il relativo parcheggio. Alcune molotov hanno colpito il muro dell’abside lasciando segni evidenti di fumo nero. Nessun testimone di quello che appare un gesto eclatante con obiettivo non espressamente dichiarato. La vicenda presenta aspetti assolutamente nuovi per una realtà come quella di Bastia dove è molto numerosa la presenza di giovani italiani e stranieri che non hanno mai manifestato comportamenti di questo genere. Sull’episodio indagano i carabinieri della locale stazione coordinati dal comando di compagnia di Assisi. Oltre agli accertamenti tecnici sono stati ascoltati diversi personaggi, tra i quali il coordinatore parrocchiale don Giuseppe Pallotta e il presidente di ‘Casa Chiara’ Giovanni Caproni che non avrebbero fornito elementi utili. L’associazione Casa Chiara è stata creata negli anni Ottanta dalla donazione alla parrocchia dell’edificio adiacente alla chiesa. Il sodalizio raccoglie oltre 500 iscritti, persone adulte per la maggior parte della terza età, che da anni è impegnato in attività sociali. Un filone di indagine questo che non avrebbe dato esito alcuno, ma si lavora anche nell’ipotesi che il bersaglio di quello che appare sempre più un atto vandalico sia la parrocchia. Negli ultimi mesi e per l’intera estate, infatti, è stata attraversata da polemiche roventi sugli avvicendamenti di tre dei quattro sacerdoti. Non si può escludere l’ipotesi che qualche testa ‘calda’ sentendosi colpita dalle decisioni del vescovo abbia organizzato il lancio delle molotov per evidenziare che non sono state ascoltate le ragioni del dissenso. Gli investigatori mantengono un impenetrabile silenzio, ma non si esclude che già nelle prossime ore possano emergere elementi in grado di chiarire la vicenda.
m.s.