Il camorrista bloccato dai poliziotti del Commissariato di Assisi L’inchiesta complessiva ha portato al sequestro di 70 chili di cocaina
di LUCIO FONTANA
BASTIA UMBRA – Si è conclusa ieri, a Bastia Umbra, la latitanza di un pericoloso boss della Camorra, responsabile di un imponente traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
A fermalo, gli agenti del commissariato di polizia di Assisi, coordinati dal commissario capo Francesca Di Luca.
Il criminale in questione, un 45enne originario di Torre Annunziata (Na), da tempo residente a Bastia Umbra, dopo l’arresto, stato portato immediatamente nel carcere di Capanne, dove dovrà scontare una pena di 7 anni e 28 giorni perché ritenuto colpevole, dalla Sez. IV^ della Corte d’Appello di Napoli, di gravissimi delitti in materia di traffico di sostanza stupefacenti.
L ‘inchiesta all’origine dei procedimento penale che ha portato al la sua condanna, ha rilevato che F.B. era perfettamente inserito, in una posizione vicina a quella dei “vertici” all’interno di una pericolosa e violenta consorteria camorristica del Napoletano dedita soprattutto alla gestione di traffici di ingenti quantitativi di droga in forma “associata”. Il soggetto inoltre, data la gravità dei fatti contestati nonché la sua pericolosità sociale, è stato condannato al pagamento della multa di 40 mi la euro, all’interdizione dei pubblici uffici perpetua e a quella legale nonché alla misura di sicurezza della libertà vigilata per la durata di anni 2.
L’attività investigativa che ha portato alla condanna del soggetto, denominata “Valencia Connection”, ha visto coinvolte ben 32 persone, con distinti ruoli e funzioni in un traffico di sostanze stupefacenti, nello specifico cocaina, proveniente dalla Colombia, in transito in Spagna e diretto verso territorio nazionale. Le indagini iniziate nel 2003 hanno permesso di accertare i fatti contestati soprattutto mediante il ricorso all’intercettazione di numerose utenze telefoniche, sia nazionali che estere, e ad alcuni ingenti sequestri di cocaina purissima per un totale di 70 chili.
Le indagini, continuate nel corso degli anni, hanno permesso di fare luce su uno dei più potenti cartelli partenopei per l’importazione di cocaina, che operava a favore di diversi clan camorristici e destinata ai principali mercati di spaccio di Napoli, di Roma e del basso Lazio. L’esame delle conversazioni intercettate e lo sviluppo degli elementi acquisiti durante l’attività di intelligence, hanno consentito di inquadrare gli indagati nell’ambito di tre distinte organizzazioni criminali, sebbene strettamente conciate tra loro. Una di queste, tra l’altro quella con maggiore disponibilità economica e miglior capacità organizzativa, è quella denominata “Torrese”, capeggiata da Michele Sorrentino (poi assassinato), personaggio di maggior spessore-criminale.
Gli clementi acquisiti nel corso delle indagini hanno permesso di affermare che Sorrentino si è avvalso, per lo spaccio della droga, di più complici tutti operanti nella zona di Torre Annunziata – Torre del Greco, tra i quali proprio il soggetto arrestato dagli agenti del Commissariato di Assisi.
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