BASTIA UMBRA — SI È CHIUSA con esito negativo la procedura di valutazione del progetto d’impianto per la produzione elettrica da biogas da realizzare a Costano dalla gran parte dei 21 enti che fanno parte della Conferenza di servizi.
La Conferenza si è riunita ieri mattina nella Sala della Consulta su convocazione del presidente Giampaolo Sigismondi, che l’ha riunita per la quarta volta avendo avuto, finalmente, le risposte sollecitate alla Regione e alla Soprintendenza ai Beni culturali e storici dell’Umbria che erano state richieste al termine della Conferenza del 2 febbraio. Determinante per l’esito della vicenda è stato, però, l’intervento deliberato dalla giunta regionale n. 40/2012, che ha introdotto nuovi criteri, che rendono la zona interessata dal progetto di impianto a biogas assolutamente non idonea. In particolare ha previsto un criterio ostativo, se nell’area in questione esistono edifici classificati di valore storico nel raggio di 500 metri dall’impianto. E’ stato verificato che vari edifici di questo genere sono ubicati all’interno dell’area ‘interdetta’: due del Comune di Bastia Umbra, uno di Assisi e due di Bettona. Da qui il pronunciamento negativo della Conferenza di cui dal febbraio scorso sono entrati a far parte anche i rappresentanti del comitato a difesa dell’ambiente di Costano che ieri hanno presentato una memoria tecnica per confutare il progetto di impianto della ditta Bastia Bioenergia. La ditta non solo non ha sottoscritto il verbale di chiusura della Conferenza, ma ha presentato ricorso al Tar dell’Umbria contro il Comune per accertare la presunta illegittimità e il silenzio-rifiuto opposto dall’amministrazione di Bastia.

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