Bastia

Bimbo muore all’asilo nido

La tragedia in una strutura privata di Bastia Umbra poco prima delle 18, inutili i soccorsi. La famiglia abita nella frazione di Cipresso

Il piccolo aveva 13 mesi, è deceduto per asfissia forse per un rigurgito


BASTIA UMBRA – Un bimbo di 13 mesi è morto, poco prima delle 18, mentre era all’asilo nido “Piccole orme” di Bastia. Secondo una prima ricostruzione è deceduto per asfissia. Le maestre affermano di averlo controllato poco prima, poi il piccolo ha rigettato e le insegnanti – che affermano di essere accorse subito – lo hanno trovato con la faccia riversa nel lettino. Inutili i soccorsi, tra cui quelli dei pediatri di uno studio vicino e dei medici del pronto soccorso. Sul posto s’è recato il pm Daniela Isaia, sono in corso indagini. La famiglia del bimbo vive nella frazione di Cipresso.


La vitima, Edoardo, viveva con la famiglia a Cipresso. In corso accertamenti per stabilire con esatezza le cause del decesso


Muore a 13 mesi per asfissia


La tragedia si è consumata, poco prima delle 18, nell’asilo “Le piccole orme” di Bastia Umbria


Le maestre: “Il piccolo stava male da qualche giorno, tossiva e vomitava in continuazione”


FRANCESCA BENE


BASTIA UMBRA – Un batuffolino tutto occhi. Edoardo M., 13 mesi e l’argento vivo addosso, nei ricordi di tutti rimarrà per sempre così Un piccolo angelo volato via troppo presto. La sua giovane vita si è spenta all’improvviso ieri pomeriggio alle 17.45. LA tragedia si è consumata all’asilo nido “Le prime Orme” di via Foligno in Borgo Primo Maggio a Bastia Umbra. Il piccolo, secondo quanto emerso dalle prime informazioni, stava facendo il riposino pomeridiano, dopo aver bevuto il biberon. Con lui c’erano le maestre ed altri 5 piccoli (in tutto la struttura ospita una ventina di bambini, ma a quell’ora erano quasi tutti a casa). “L’avevamo controllato un minuto prima – ha spiegato una delle dipendenti – e tutto sembrava a posto. Il tempo di dare uno sguardo agli altri bambini e ci siamo accorte che Edoardo aveva vomitato il latte e non si muoveva più”.
I soccorsi sono stati immediati. Mentre la responsabile della struttura chiamava il 118, una delle maestre è corsa per strada a chiedere l’intervento dei pediatri che hanno uno studio poco distante dalla casa d’infanzia. Per il piccolo Edo però non c’era più nulla da fare.
Le cause esatte della tragedia si conosceranno solo dopo gli accertamenti del medico legale. Ancora non è stato deciso se sul corpo verrà effettuata l’autopsia. Per adesso le fonti ufficiali si sono limitate ad escludere la morte violenta. “Il bambino – ha spiegato il capitano dei carabinieri di Assisi, Sebastiano Arena – è morto per cause naturali, l’ipotesi più probabile è che sia rimasto soffocato da un rigurgito mentre dormiva”. Tra le lacrime ha parlato anche la proprietaria della struttura: “Il bimbo – ha spiegato Rosita Orologio – era diventato nostro ospite da qualche giorno, avevamo già detto ai genitori che vomitata spesso e aveva tosse”.
A dare la terribile notizia ai genitori, residenti nella frazione di Cipresso, sono stati i carabinieri.
La giovane coppia ha varcato la porta a vetri della casa di infanzia colorata di verde, poco dopo le sei del pomeriggio. Qualche minuto più tardi sono giunti sul posto anche i nonni e gli zii paterni. I parenti della madre non vivono in Italia. I coniugi stremati da un dolore troppo grande da sopportare hanno lasciato l’asilo solo a notte fonda, quando il carro funebre ha portato via la piccola salma di Edoardo. Con loro, oltre ai carabinieri a cui sono stati affidati i delicati accertamenti sul caso anche il medico legale, nominato dal magistrato di turno Daniela Isaia.
I militari dell’Arma, pur nel rispetto del dolore dei familiari e delle maestre, hanno dato il via già nel pomeriggio alla raccolta delle testimonianze. La giustizia deve purtroppo appurare le cause della tragedia e soprattutto se il terribile dramma che ha colpito Edoardo e la sua famiglia poteva essere evitato.


Il dramma si ripete: un anno e mezzo fa perse la vita nello stesso modo una bimba


BASTIA UMBRA – A distanza di un anno e mezzo la tragedia si ripete. Nell’estate del 2006 la comunità bastiola aveva affrontato un dramma analogo a quello di Edoardo.
In quel caso a morire soffocata da un rigurgito fu una bimba. La piccola dormiva nel lettone dei genitori. La coppia la lasciò sola per qualche minuto, giusto il tempo di preparare la colazione. Al ritorno la bimba giaceva esanime nel letto riversa nel vomito.
Inutile fu la corsa al pronto soccorso. I medici del vicino ospedale di Assisi non poterono fare altro che costatarne il decesso. Anche il caso la magistratura avvio degli accertamenti. Il fascicolo è stato chiuso pochi mesi dopo.
Quattro anni prima, un analogo terribile copione si era ripetuto in Valnerina.
Il fenomeno delle morti in culla, nonostante i grandi progressi della scienza e la sempre maggiore preparazione dei genitori, continua a mietere vittime.


In tanti hanno atteso per ore nel piazzale di Borgo Primo Maggio l’uscita della piccola salma
Davanti al nido folla commossa fino a notte fonda


BASTIA UMBRA – Le cattive notizie, purtroppo, corrono veloci. Dal pomeriggio e fino a notte fonda una piccola folla silenziosa ha fatto sosta davanti al porticato che ospita l’asilo nido “Le prime orme”.
Parenti ed amici dei genitori, ma anche vicini di casa giunti da Cipresso.
Tutti hanno atteso per lunghe ore nel piazzale antistante la struttura fino a che i genitori di Edoardo non hanno lasciato la struttura, dopo gli adempimenti di rito.
Sul posto per dare supporto alla famiglia si sono recate anche Nadia Cesaretti vicesindaco di Bastia Umbra con delega alle politiche sociali ed Elisa Granocchia, responsabile del settore affari sociali.
L’asilo “Le prime orme”, hanno spiegato, è una struttura nuova, al passo coi tempi, assolutamente organizzata e in regola sia con le normative comunali sia con quelle regionali.
E’ uno dei migliori asili nido privati su cui può contare Bastia – ha poi precisato l’amministratrice -, abbiamo fatto verifiche su verifiche e, oltre ad essere in regola, le insegnanti operano con grande professionalità e amore.
“Amavano quel bambino più della loro stessa vita – sussurrava tra i singhiozzi una giovane – la madre è sola. E’ straniera. Viveva solo per il marito e per suo figlio”.

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