Il pm ha riqualificato le accuse a carico della responsabile delle struttura e di un’educatrice
Una delle maestre: sto vivendo un incubo, ma la mia coscienza è a posto
Lo sfogo dell’imputata: mi dispiace per la famiglia del piccolo, sono madre anche io Abbiamo fatto tutto il possibile per salvarlo
BASTIA UMBRIA – La morte del bambino di 13 mesi, deceduto per una “insufficienza respiratoria acuta” non è da considerarsi come una conseguenza dell’abbandono di un minore non autosufficiente, ma per negligenza. Omicidio colposo, in poche parole. Il pm Giuseppe Petrazzini, che rappresenta la Procura di Perugia nel processo per il decesso del piccolo, nel quale sono imputate due maestre di un asilo nido di Bastia Umbra, ha riqualificato il capo di imputazione, sostenendo che, a quanto emerso nel dibattimento, si profilano responsabilità diverse rispetto a quelle contestate inizialmente.
La responsabile della struttura e una delle insegnanti, secondo l’accusa, sarebbero responsabili di cooperazione in omicidio colposo. L’udienza è stata quindi rinviata al 30 settembre dal momento che, a fronte delle rinnovate contestazioni, le difese hanno chiesto i termini a difesa.
“Mi dispiace per la famiglia del bambino – ha detto la titolare dell’asilo nido, Rosita Orologio, imputata insieme all’educatrice Lara Panzolini -, ma ho la coscienza a posto perchè ce l’abbiamo messa tutta per tentare di salvare il bimbo. Sono mamma anche io e da quel giorno la mia vita è diventata un incubo”. Le due donne hanno sempre rivendicato la correttezza del proprio comportamento. A loro sono anche arrivare lettere di solidarietà da parte di altri genitori, con l’invito di proseguire nel loro lavoro. “E’ veramente apprezzabile la decisione del pm di riqualificare le accuse in relazione a quanto emerso nel dibattimento. Una scelta che dimostra l’onestà intellettuale della pubblica accusa” ha commentato l’avvocato Nerio Zuccaccia – che difende le imputate insieme all’avvocato Pugliese -, rimandando alle prossime udienze per valutazioni. Nella prossima udienza saranno sentite anche le imputate.
“Prendiamo atto della scelta del pm” ha ricordato l’avvocato Francesco Cappelletti, che rappresenta i genitori del bimbo deceduto. Un particolare che anche il padre del bimbo ha ripetuto nella breve deposizione di ieri davanti alla Corte d’assise.
L’episodio si era verificato il 13 marzo 2008. Il piccolo, secondo quanto si era potuto accertare, stava facendo il pisolino pomeridiano, quando aveva smesso di respirare. Per un rigurgito improvviso. Le sue condizioni di salute, come ha ribadito il legale della famiglia, erano buone, dopo alcuni giorni di influenza dai quali però si era sostanzialmente rimesso.
Per il pm, però, i problemi relativi a rigurgiti potevano essere un campanello d’allarme, visto che si erano già verificati in altre occasioni e risolti senza alcuna conseguenza.
di LUCA FIORUCCI
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