Polemiche dopo la prima udienza del processo che dovrà far luce sulla tragedia
Il vice sindaco Cesaretti: “La struttura era in regola”
BASTIA UMBRA – “E’ del tutto inappropriato e fuorviante tirare in ballo il comune, dato che da sempre questa amministrazione è attentissima alle questioni dell’infanzia, della scuola e del sociale”. Così il vicesindaco e assessore ai servizi sociali di Bastia Umbra, Nadia Cesaretti, risponde ad Adriano Maestrelli, il papà di Edoardo, il bimbo morto lo scorso 13 marzo mentre era all’asilo Piccole Orme. “Quello che non riesco a comprendere, aveva detto nei giorni scorsi Maestrelli, è come mai il Comune e gli assistenti sociali non abbiano preso provvedimenti dopo aver saputo della richiesta di rinvio a giudizio. Come mai, in attesa di ulteriori notizie, nulla si sia mosso. Dopo la morte di Edoardo l’amministrazione aveva dichiarato che l’asilo era uno dei migliori, che le educatrici erano bravissime. Ma non ha fatto nulla, disposto controlli o la chiusura, aspettando di saperne di più. Non si può proseguire con la politica del ‘laviamocene le mani’. Affermazioni che hanno causato la replica dell’amministrazione bastiola, che in un comunicato stampa, dopo aver dichiarato “la sua vicinanza a tutti i soggetti coinvolti in questa triste vicenda”, risponde alle accuse. “L’autorizzazione al funzionamento del nido, è scritto nella nota, è stata rilasciata in quanto lo stesso rispondeva ai requisiti tecnico-strutturali, organizzativi e di qualità previsti della Legge Regionale 30/2005, dal regolamento regionale 13/2006 e dal regolamento comunale vigente in materia. Dal momento del rilascio dell’autorizzazione all’apertura e al funzionamento dei servizi socio-educativi per la prima infanzia l’amministrazione svolge – come previsto dalla normativa vigente – opera di
monitoraggio sulla persistenza delle condizioni che lo hanno determinato. In merito alla richiesta di interventi maggiormente incisivi sull’ esercizio dell’attività svolta dal nido privato coinvolto, conclude la nota, l’amministrazione evidenzia che i provvedimenti di propria competenza verranno adottati secondo quanto previsto dalla normativa in vigore, nel momento in cui le eventuali responsabilità delle persone coinvolte verranno accertate dalle autorità preposte e nelle sedi opportune”. Mercoledì, giorno di apertura del processo a carico della titolare dell’asilo e di una delle educatrici, l’udienza inaugurale è stata “prorogata” a fine maggio: le due donne sono accusate “aver abbandonato” Edoardo, fatto dal quale sarebbe derivata “la morte del bambino per asfissia acuta da inalazione di materiale estraneo secondaria a vomito”.
Flavia Pagliochini
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