Bastia

Bimbe molestate dal negoziante, la denuncia in aula delle mamme

BASTIA UMBRA Si è spogliato davanti a loro, si è avvicinato alle bambine. Addirittura durante una cena tra amici, scoperto dalla moglie (all’epoca) che lo ha subito denunciato. È per questo che è sotto processo per violenza sessuale aggravata un uomo oggi 66enne, accusato di aver molestato tre bimbe, all’epoca dei fatti di 6, 7 e 8 anni. Molestate in casa o in mezzo alla strada, con i racconti delle vittime già agli atti del processo e acquisiti in incidente probatorio. Nel corso del processo intanto stanno sfilando i testimoni chiamati dal pubblico ministero Gennaro Iannarone, comprese le mamme delle bambine e compresa la teste che era in programma di ascoltare ieri ma che per motivi di salute non si è potuta presentare e con l’udienza rinviata al prossimo 18 febbraio. A otto anni dai fatti, a partire da quella sera del 2017 quando l’uomo, A.B., commerciante originario di Roma ma residente a Bastia, in base alle accuse che gli contesta il sostituto procuratore Iannarone avrebbe compiuto «atti idonei, diretti in modo non equivoco a costringere la stessa minore a compiere e subire atti sessuali». In particolare, durante quella drammatica cena a casa di amici, si sarebbe denudato avvicinando le sue parti intime al volto della prima vittima, una bimba di 8 anni. Interrotto solo dall’arrivo, sconvolto, della moglie (ora ex) che lo ha messo in fuga e che adesso risulta tra le parti offese nel procedimento contro di lui. Sempre in base alle contestazioni, solo due mesi dopo, poi, avrebbe avvicinato due sorelline di 7 e 11 anni in un parco, mostrando alla più piccola le sue parti intime e invitandola ad avvicinarsi. Ma la bimba, nonostante l’età, ha avuto la forza di scappare e chiedere aiuto. L’ultimo episodio contestato invece è dell’aprile del 2018, quando l’uomo avrebbe invece infilato «una mano sotto agli indumenti della bambina», la vittima più piccola, soli 6 anni, con la scusa di farle vedere «dei tablet posti nella vetrina esterna» del suo negozio. Ma anche in questo caso la piccola è fuggita immediatamente, chiedendo aiuto alla madre, con un’attività commerciale poco distante. La donna ha chiesto all’uomo immediate spiegazioni del suo comportamento e ha chiamato i carabinieri. I guai per il 66enne, però, sono passati anche dal ritrovamento all’interno del suo cellulare di vario materiale pedopornografico «realizzato utilizzando minori di 18 anni»: dieci video che gli sono valsi il quarto capo di imputazione per cui è sotto processo davanti al collegio presieduto da Carla Maria Giangamboni. Dopo le testimonianze degli agenti della polizia postale, come anticipato, in aula è stata ascoltata anche la mamma di una delle piccolissime vittime, che ha raccontato di come la figlia quando per caso hanno incontrato l’uomo per strada nonostante fossero passati anni lo ha riconosciuto ed è scappata via per la paura. L’uomo, nei cui confronti era stato disposto anche un divieto di avvicinamento alle parti offese, non si è mai presentato in aula, dove comunque attraverso i suoi avvocati, Antonio Ponti e Francesco Falcinelli – proverà a difendersi. Le parti civili, invece, assistite dagli avvocati Delfo Berretti, Gabriele Boschi e Carla Pennetta, sono già pronte a chiedere la condanna e il risarcimento dei danni. Per quanto subito da bimbe così piccole e rimaste traumatizzate da quegli atteggiamenti da parte, in almeno due casi su tre, di una persona conosciuta e da cui non si aspettavano di certo simili approcci.

Egle Priolo

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